IL "TI AMO" NON VA PIU' DI MODA



Molte persone hanno difficoltà a dire “ti amo”. In effetti, queste due piccole parole che sono state l'ispirazione di centinaia di canzoni, poesie e sceneggiature di film possono rivelarsi piuttosto problematiche. Chi non riesce a pronunciarle però, spesso ama sentirsele dire. Sembra che le paure o insicurezze di chi le non le dice, mettano confini e barriere. Siamo tutti d'accordo che anche se quelle parole non vengono dette, dovrebbero essere dimostrate?. 
Dopo tutto, ci sono infiniti modi per rivelare sentimenti profondi. Tuttavia, a tutti noi italiani piace sentirci dire che siamo amati. È un modo per sentirci "convalidati", è una carezza emotiva, è la conferma che la storia può continuare ancora a lungo, è una garanzia pseudo matrimoniale di esclusività. I dati dimostrano che in questi ultimi vent'anni, dove i legami sono sempre più fragili, le parole “ti amo” non vengono quasi mai dette. Oppure si usano erroneamente, con i figli piccoli, con i genitori, o addirittura con i nonni, togliendo il loro vero valore. 
 Dire Ti Amo al partner indica la volontà di prendere il tipo di impegno che certe persone semplicemente non vogliono assumere. Pertanto, è più facile ricorrere al classico "Ti voglio bene". "Non è sempre necessario che i sentimenti siano espressi ad alta voce", sostengono gli amanti. L'attrazione emotiva profonda può essere dimostrata in modi diversi. Con gesti e carinerie ad esempio. O per iscritto. Via social , chat, sms, scritte sui muri o su striscioni trascinati in cielo da un aereoplano. Se poi è tutto "instagrammabile" è davvero cool. All'opposto, c'è chi usa queste due parole in eccesso, ripetendole nella misura in cui perdono il loro significato. Meccanicamente, come il buongiorno. Ma è davvero così importante sentirsi dire ad alta voce che sei amato? 
Certamente tende ad essere considerata la più sincera dimostrazione d'amore. Forse dovremmo tenere conto del fatto che le persone che hanno difficoltà a dire "ti amo" di solito possiedono caratteristiche psicologiche molto simili. Il modo in cui siamo cresciuti influisce al settanta per cento. C'è chi non ha mai sentito i propri genitori dirsi Ti Amo o dove la comunicazione affettiva era mancante. In queste situazioni, le emozioni vengono congelate e i sentimenti repressi o contenuti. 
 Una ricerca ha suggerito che le abilità socio-emotive dei genitori determinano se un bambino sarà un adulto più o meno abile nel riconoscere ed esprimere le proprie emozioni. La paura di essere vulnerabili o insicuri però, frena ulteriormente nel pronunciare le fatidiche parole. Parliamo di persone fragili o estremamente razionali che danno un valore al tempo. Il Ti amo potrà essere pronunciato dopo che la relazione sarà consolidata, da anni di "rodaggio" ! Altri fanno del tempo l'oblio del Ti amo stesso. Ripetuto in adolescenza con una fidanzata dopo l'altra e scordato dopo il matrimonio, perchè si sa, l'importante è volersi bene e l'amore diventa affetto. Sono i luoghi comuni che definisco alibi degli scansafatiche. Ma c'è anche chi soffre di Alessitimia; incapace di esprimere emozioni oltre ad essere confuso nel provarle. Quindi i malati non possono dare un nome a ciò che sentono e, di conseguenza, non saranno in grado di dire "Ti amo" anche se lo sentono. Non puoi dire quello che non senti. Verissimo. Ci insegnano questo quei malati. Il fatto che nessuno può esprimere ciò che non sente. In effetti, decidere di non dire “ti amo” è un atto di maturità e responsabilità. Perché non è corretto ingannare o suscitare false speranze. 
E fatevi una domanda.

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