AIUTO, HO UNA CARUNCOLA
Ringrazio la mia paziente per avermi consentito di scrivere il suo problema. L'obiettivo è insegnare alle donne a guardare i propri genitali allo specchio, anche tutti i giorni. (foto da Google)
Non ho mai pensato di guardarmi allo specchio là sotto. Un certo pudore è sempre aleggiato in me e nel mio rapporto di coppia. Mio marito credo nemmeno la sappia "osservare", forse la "guarda" solamente la mia vagina. Ci butta un occhio insomma.
E quella sede, intima e innominabile, non è mai stata oggetto di esplorazioni conoscitive da parte mia. So che provo piacere con certe azioni, ma non so spiegare il perchè. Sono turpitudini oscure. Quello è un altro mondo, indecifrabile a mio avviso.
Accade così che un bel giorno, mentre mi faccio un classico bidet all'italiana, la mano scivola là sotto, sul pavimento pelvico, proprio sulla vagina, e sento questa piccola pallina molle, che mi fa sprofondare nel panico.
Oddio ho un prolasso, un nodulo, si è rotto qualcosa, mi esce una cosa, ho un cancro!!! Panico.
Telefono immediatamente al medico di base (donna per fortuna) e mi risponde la segretaria dicendomi che non è disponibile nel pomeriggio, di ritentare l'indomani. Mio marito è uscito e non rientrerà prima di cena.
Trascorro la giornata pensandomi già in chemioterapia, e sotto ai ferri, con i giorni contati, le flebo al braccio, la parrucca in testa e le amiche compassionevoli al mio capezzale.
Stringo le tempie tra le mani. Ho paura. Tanta.
Non parlo con nessuno e non mi osservo. Indugio. Cammino avanti e indietro, schiacciata come una noce.
Non ho il coraggio di prendere in mano quello specchietto e di "osservarla". Telefono in ospedale. Chiedo un appuntamento urgente con un ginecologo (donna se possibile), a pagamento ovviamente, e me lo fissano fra tre giorni. Arrovescio indietro la testa, mi arrabbio con la segretaria e chiedo se esiste qualche ginecologo (pure maschio) libero oggi stesso. Mi trova un posto alle otto di sera. Centottanta euro. Il cielo si squarcia e da viola e nero, rimane solo viola. Al diavolo anche i soldi.
Chiunque egli sia, decido che è sempre meglio che mi visiti un uomo alle otto di sera che mi costa un quarto del mio stipendio piuttosto che attendere l'indomani il mio medico di famiglia, saltare la cena e trascorrere la notte in bianco pensando al mio funerale.
Vado.
La visita dura dieci minuti. Gentilissimo il medico mi spiega tutto. E anche che sono stata scema (aggiungo io) ad essere così in ansia. "Nulla di grave signora. Ha una caruncola uretrale e se non le dà fastidio non si deve asportare".
Esco dall'ambulatorio con le ossa che si sciolgono come il burro e i muscoli che chiedono pietà. Mi siedo per il calo "adrenalinico" e respiro. Un respiro così ampio che sento la vita entrarmi dentro.
Ecco, vivrò ancora felice e a lungo (spero). Ma da quel giorno mi "osservo" sempre e, da intellettuale velleitaria, ho insegnato molte cose a mio marito.
Così, dopo un tocco di fard e due pennellate di cipria che nascondono i punti neri o i pori dilatati (oh quelli si che li guardo con lo specchio a ingrandimento!) sposto lo specchietto verso il basso, tra le gambe. Un'occhiatina veloce, apro, chiudo, contraggo, rilascio. Tutto a posto.
Fatelo anche voi donne ogni tanto e cercate di capire bene come è fatta una vagina.
(scritto da Fanni Guidolin)
Non ho mai pensato di guardarmi allo specchio là sotto. Un certo pudore è sempre aleggiato in me e nel mio rapporto di coppia. Mio marito credo nemmeno la sappia "osservare", forse la "guarda" solamente la mia vagina. Ci butta un occhio insomma.
E quella sede, intima e innominabile, non è mai stata oggetto di esplorazioni conoscitive da parte mia. So che provo piacere con certe azioni, ma non so spiegare il perchè. Sono turpitudini oscure. Quello è un altro mondo, indecifrabile a mio avviso.
Accade così che un bel giorno, mentre mi faccio un classico bidet all'italiana, la mano scivola là sotto, sul pavimento pelvico, proprio sulla vagina, e sento questa piccola pallina molle, che mi fa sprofondare nel panico.
Oddio ho un prolasso, un nodulo, si è rotto qualcosa, mi esce una cosa, ho un cancro!!! Panico.
Telefono immediatamente al medico di base (donna per fortuna) e mi risponde la segretaria dicendomi che non è disponibile nel pomeriggio, di ritentare l'indomani. Mio marito è uscito e non rientrerà prima di cena.
Trascorro la giornata pensandomi già in chemioterapia, e sotto ai ferri, con i giorni contati, le flebo al braccio, la parrucca in testa e le amiche compassionevoli al mio capezzale.
Stringo le tempie tra le mani. Ho paura. Tanta.
Non parlo con nessuno e non mi osservo. Indugio. Cammino avanti e indietro, schiacciata come una noce.
Non ho il coraggio di prendere in mano quello specchietto e di "osservarla". Telefono in ospedale. Chiedo un appuntamento urgente con un ginecologo (donna se possibile), a pagamento ovviamente, e me lo fissano fra tre giorni. Arrovescio indietro la testa, mi arrabbio con la segretaria e chiedo se esiste qualche ginecologo (pure maschio) libero oggi stesso. Mi trova un posto alle otto di sera. Centottanta euro. Il cielo si squarcia e da viola e nero, rimane solo viola. Al diavolo anche i soldi.
Chiunque egli sia, decido che è sempre meglio che mi visiti un uomo alle otto di sera che mi costa un quarto del mio stipendio piuttosto che attendere l'indomani il mio medico di famiglia, saltare la cena e trascorrere la notte in bianco pensando al mio funerale.
Vado.
La visita dura dieci minuti. Gentilissimo il medico mi spiega tutto. E anche che sono stata scema (aggiungo io) ad essere così in ansia. "Nulla di grave signora. Ha una caruncola uretrale e se non le dà fastidio non si deve asportare".
Esco dall'ambulatorio con le ossa che si sciolgono come il burro e i muscoli che chiedono pietà. Mi siedo per il calo "adrenalinico" e respiro. Un respiro così ampio che sento la vita entrarmi dentro.
Ecco, vivrò ancora felice e a lungo (spero). Ma da quel giorno mi "osservo" sempre e, da intellettuale velleitaria, ho insegnato molte cose a mio marito.
Così, dopo un tocco di fard e due pennellate di cipria che nascondono i punti neri o i pori dilatati (oh quelli si che li guardo con lo specchio a ingrandimento!) sposto lo specchietto verso il basso, tra le gambe. Un'occhiatina veloce, apro, chiudo, contraggo, rilascio. Tutto a posto.
Fatelo anche voi donne ogni tanto e cercate di capire bene come è fatta una vagina.
(scritto da Fanni Guidolin)
La caruncola uretrale è un piccolo tumore vascolarizzato benigno, della grandezza di un pisello, che si sviluppa sulla parete posteriore dell'orifizio uretrale esterno. Compare nella donna perlopiù dopo la menopausa.
Si pensa che la causa sia la carenza di estrogeni e non è così frequente.
La terapia chirurgica è indicata solo nelle forme sintomatiche (se non porta fastidi o disturbi funzionali conviene tenersela). Consiste nella semplice asportazione della neoformazione con successiva sutura della mucosa uretrale sana alla mucosa vaginale, dopo aver posizionato un catetere uretrale.
All'esame istologico la caruncola si presenta come un tessuto connettivo ricco di cellule infiammatorie e di vasi sanguigni, ricoperto da epitelio iperplastico, niente di grave insomma.
Le complicanze legate all'asportazione della caruncola sono la possibile stenosi (restringimento) del meato uretrale esterno (con difficoltà a mingere) e la necessità di RE intervento. A volte bisogna posizionare catetere vescicale se vi fosse una ritenzione acuta di urina. Inoltre sono possibili le recidive (ovvero che si riformi).