Sacchettologa

 "Ciao sacchettologa!"
Dietro a due occhi color nocciola, da far concorrenza ad un bacio Perugina, c'era la mia paziente a salutarmi così. 
Era la prima volta che qualcuno mi dava una definizione così altisonante. Del resto, logos, nella filosofia greca significa "pensiero e parola o ragione e discorso" e accanto a "sacchetto" ci stava decisamente bene. 
Lei di sacchetti ne aveva provati abbastanza per perdere la pazienza di fronte all'ennesimo tradimento.
Non ne voleva proprio sapere di aderire alla sua pancia. Complice il suo rifiuto per la stomia? Può darsi. O forse la piega, forse la magrezza, forse la consistenza delle feci, forse la lesione vicino alla stomia, forse il sudore o forse non so cosa, avevamo considerato ogni causa di quella tragedia. Lo era davvero per lei, che non poteva muoversi di un passo dalla sedia o dal divano. 
Quella volta ho creduto di essere una vera incapace. La sacchettologa fallita. Ho addirittura provato sul mio corpo tutti i modelli. 
Per chi pensa che tutti i sacchetti siano uguali e che consigliare sia facile, vorrei smontare ogni certezza. Dietro ad una scelta c'è la vita del paziente, che si snoda in attività domestiche o sportive, in una vita di relazione, di coppia e sessuale. E poi c'è la doccia, il bagno, la piscina, il trattore dal quale andare su e giù, il tribunale che non permette pause per svuotare il sacchetto, la riunione in ufficio e i bambini da portare a scuola. Il sacchetto deve adattarsi a tutto questo. Deve adattarsi anche agli sgarri alimentari, che tanto compensano il dolore. Alle emozioni forti, che fanno sudare. Ai veleni iniettati della chemioterapia, che poi la stomia sputa fuori come un vulcano in eruzione. Acidi corrosivi per la pelle e per le placche adesive. 
La sacchettologa è una specialista con molti anni di esperienza. Mi fa piacere esserlo. Non si può consigliare se non si conoscono i prodotti. Anche la chimica gioca i suoi scherzi. Dunque con l'aiuto delle aziende che producono i prodotti, e l'aggiornamento costante, è più facile "indovinare". 
A volte ci dobbiamo davvero inventare la placca ideale, aggiungiamo pezzi, attacchiamo due prodotti, anelli di gomma o paste cremose. Siamo sacchettisti sempre all'opera. Nasciamo tecnici ma diventiamo tecnologi.

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