Torniamo a scriverci?


Mi piacerebbe che la gente tornasse a scrivere lettere e ad inviare cartoline a mano, con penna o matita, colori pastelli e gomme, quelle belle, che sanno di scuola, di astuccio e legno di cedro. Ve lo ricordate il profumo dell'astuccio?. Mi piacerebbe che il mese di Dicembre riempisse le cassette postali di meravigliosi messaggi, frasi d'amore o d'amicizia, d'augurio o buon auspicio, su biglietti di carta riciclata, quella grezza, naturale, marroncina o color crema, che sembra ancora più antica e racchiude il profumo di ogni casa, l'odore delle poltrone, del vapore delle cucine, dei pavimenti in legno passati con la cera. Vorrei che la gente provasse la bellezza di imbustare una lettera e affrancarla con uno di quei francobolli che ormai nessuno più colleziona. Si mettevano all'angolo, per lasciare lo spazio all'indirizzo del destinatario. Il mittente si scriveva dietro, schivo e umile, solo per dire alle poste che se non avessero trovato il destinatario, la lettera poteva tornare a chi l'aveva spedita. Mi immagino buste e letterine costruite da ritagli di giornali, con stelline applicate o fiori secchi, schiacciati dal peso dei libri. O mi piacerebbe che ognuno inviasse ad un altro la cartolina della propria città, come quando quarant'anni fa si andava in vacanza e il pensiero era costante: "mamma dobbiamo comprare le cartoline per la nonna, i cugini e il vicino di casa", che anche se sapeva che a casa non c'era nessuno e l'Adriatico ci accoglieva anche quell'anno, non avrebbe mai immaginato la spiaggia in cui eravamo se non avesse potuto ricevere la nostra cartolina. Chissà se esistono ancora le cartoline della nostra città? E se provassimo tutti a riscoprire la bellezza di questo gesto? Che non è solo uno spettacolo del ricevere. E' magnifico scrivere, pensare alla frase, avere una propria calligrafia, diversa da tutti i font che ora puoi anche acquistare, e poi imbucare, come un gesto antico, che pochi ancora conoscono, spedire, attendere la risposta non su un asettico sms dello smartphone, ma in mano, con il profumo della carta e l'inchiostro magari sbavato da gocce d'acqua, perchè il postino consegnava in un giorno di pioggia. Vi lancio questa sfida, che spero accoglierete, potrete postare qui sotto un commento o la vostra azione. Con la pandemia ci stiamo abituando a pensare in piccolo, a tornare indietro, a cogliere la bellezza dei gesti umili e semplici, e anche, a volerci più bene. E magari a lanciare cinquanta milioni di messaggi scritti da tutta Italia, per sentirci più uniti. Per sentirci più vicini. 

 Il giorno dopo il mio articolo era in prima pagina su Oggi Treviso, quotidiano on line ! 

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