Il tè delle cinque: Cambiare

Alzi la mano chi di voi è disposto ad ammettere di avere delle brutte abitudini. Chi di voi non riesce proprio a praticare esercizio fisico? Chi di voi ha mai fallito nel mettersi a dieta? O nello smettere di fumare? Chi di voi è disposto ad ammettere a se stesso di essere spaventato dall’incognita di cambiare qualcosa nella propria vita? (Può essere anche una relazione, un lavoro...) Beh dovete sapere che dentro di noi, quando una abitudine si consolida, alcuni meccanismi di tipo cerebrale passano dalla nostra coscienza intellettiva, dalle nostre unità consce a parti del cervello che hanno un funzionamento automatico. Cosa vuol dire automatico? Che non siamo più noi a decidere cosa stiamo facendo ma qualcos’altro dentro di noi, nella fattispecie, i gangli della base. Un’abitudine diventa quindi difficile da scardinare. Avremo una pulsione interiore a fare quella cosa abitudinaria e poco salutare (es. fumare o bere tanti caffè, o rimanere imprigionati in un lavoro o in una relazione) che è difficilissima da contrastare, quindi, volendo abbandonare quella abitudine (es. di non muoverci mai o di fare sempre le stesse cose) falliamo miseramente perché questa pulsione (a rimanere indivanati a guardare tv o social networks o a continuare a fumare o bere dieci caffè o a fare sempre le stesse cose ) è più forte della nostra razionalità. A livello neuro scientifico questi tipi di meccanismi si sono studiati negli ultimi 10 anni in una moltitudine di maniere. L’esperimento sui topi è eclatante. Per raggiungere il dolce il topo deve fare un percorso che inizia al suono di un campanello. All’inizio il topo ci mette molto tempo. E la sua corteccia frontale è iperstimolata nella ricerca. Poi, smette di funzionare. Tutto diventa automatico anche se è sazio. All’inizio l’attività cerebrale è molto forte nella corteccia. Una volta che il topo è stato condizionato e si è abituato a un certo tipo di comportamento, l’attività della corteccia cala in modo molto forte e passa l’automatismo ai gangli della base. C’è un innesco della cattiva abitudine per il quale abbiamo una sequenza automatica di azioni piantate in testa. Questa sequenza ci permette di stare tranquilli o comunque di raggiungere la nostra ricompensa. Spesso ci rendiamo conto di quanto le abitudini siano dannose quando è troppo tardi. Perché dobbiamo aspettare che sia troppo tardi per cambiare la nostra vita? Prima cosa da fare e’ innondarsi di dopamina ovvero sognando, prendendosi il tempo di visualizzare i risultati del nostro cambiamento. Cambiare abitudini è difficilissimo e capiterà un momento di difficoltà sicuramente. Introdurre una piccola nuova abitudine è la partenza, ad esempio eliminare un caffè alla volta, camminare solo 10’, comprare il dolce solo la domenica, parcheggiare l’auto lontano dal luogo di arrivo, ridurre le sigarette o meglio evitare di trovarci nella condizione di cercarle..... ovviamente dipende da quale obiettivo vogliamo raggiungere. Se è cambiare lavoro studieremo cosa serve per farlo e se è una relazione ci faremo aiutare per usare le parole giuste. La soddisfazione di riuscire ad auto imporsi una piccola modifica del proprio stile di vita sarà sufficiente a darci sicurezza per adottare altre modifiche. Gradualità prima di tutto. Allenare carattere e volontà . La tentazione prendera’ sempre il sopravvento. Ma ad un certo punto bisogna mettersi davanti allo specchio e chiedere a noi stessi: chi comanda? Voi volete che qualcuno dentro di voi, che non siete voi, a livello conscio prenda per voi le decisioni utili all’immediato ma non utili al vostro futuro e alla vostra salute e al nostro benessere? Statistiche dicono che circa il 30% della popolazione vive con insoddisfazione. Non è ora il momento di prendersi un po’ più cura di se’? Se noi viviamo in un ambiente in cui gli inneschi non ci sono più sarà più facile . Quindi via le tentazioni! Farsi sostenere è un altro punto importante. Psicologi o coach, motivatori o amici che ce l’hanno fatta vanno benissimo tutti. Crederci. Nel nostro cervello abbiamo un reticolo Activated System fondamentale. Se io comincio un percorso di cambiamento pensando che non ce la posso fare , se ho soltanto un piccolo dubbio, il mio cervello andrà a far passare di continuo alla mia coscienza tutta una serie di informazioni del “non farcela”. Iniziare è la parte più difficile. La paura di fallire, di essere imbarazzati, di fare troppa fatica (ma ricordate che la gratificazione arriva già al primo piccolo successo), dobbiamo far tacere queste voci. Infine vi riporto la Tecnica dei cinque secondi di Mel Robbins . Contate alla rovescia partendo da cinque e arrivate a zero, e una volta che siete arrivati a zero iniziate a fare qualcosa che sia l’inizio dello smantellamento di un’abitudine poco salutare. Basta anche solo scriverla. Fondamentale iniziare. Nella malattia funziona magicamente. Fatemi sapere !!!!!

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