Bianca

Quando da giovane mia madre mi ricordava di andare ogni tanto a fare visita a mia nonna perché non avrebbe vissuto a lungo, mi prendeva l’angoscia di quell’intercedere delle giornate verso la morte che non lascia scampo a nessuno. Eppure aveva solo 86 anni. Curva sulle spalle e con lo scialle sempre sulle ginocchia perché le articolazioni dovevano stare al caldo, era la nonna per antonomasia. Quella che ti fa la sciarpa di lana a dicembre, fatta a ferri con le frange e lunghissima. Quella che con l’uncinetto ricamava i centrini. Quella dell’arrosto della domenica e delle mance nascoste in tasca a noi nipoti. Quella silenziosa anche di fronte ai problemi. Quella che ad un dibattito dovevi dare ragione a lei, anche se aveva torto. Se non stava ai fornelli, era inghiottita dalla poltrona di velluto rosso in una nuvola di vapore. C’era sempre il pentolino dell’acqua che bolliva sul gas perché, diceva, l’umidità fa bene al naso.
Oggi è il compleanno di Bianca, la madre del mio compagno.
Ne compie proprio 86 di anni.
Ma l’enfasi mi cade sul suo volto solare e sorridente. Sui suoi look colorati, sugli abiti che scivolano sul fianco arricchiti da gioielli esuberanti ma mai fuori luogo al collo. Ammiro la sua intraprendenza e la sua smisurata voglia di essere madre e Nonna. Tanto puoi trovarla in una piazza pubblica a lottare per la raccolta firme dietro un banchetto, in difesa delle donne e dei bambini, quanto ai fornelli della sua cucina blu, a spadellare polpette al sugo o a cucinare il ragù.
Bianca è “avanti” come direbbero i giovani in uno slang adolescenziale. Spesso ci incrociamo sui social dove nemmeno da Instagram ha desistito. L’ho conosciuta innamorata del suo Armando, mentre leggeva con lui la Repubblica tutti i giorni. Gli articoli erano motivo di dibattito in famiglia. La vedevo sistemarsi gli occhiali sul ponte nasale, poi alzare il tono della voce e accentrare l’attenzione mentre tutti noi, seduti intorno a quel tavolo rotondo, coperto da un panno per non strisciare il legno e da una tovaglia di lino e macrame’, ci chiedevamo come facesse ad avere tanta energia. Con lei e la sua famiglia provavo quella stupida felicità che ti fa sentire il calore di dentro dopo il freddo di fuori.
La osservo molto Bianca.
Ogni ruga sul suo volto è una battaglia per il prossimo. Ogni appunto scritto in qualche foglietto e poi dimenticato, un bottone della sua vita frenetica e piena. Ma anche Bianca ogni tanto si fa inghiottire dalla grande poltrona di pelle che staziona al centro del salotto, non per ricamare centrini o fare sciarpe di lana, ma per ascoltare qualcuno, aiutare a risolvere un problema, essere parte di te e della tua vita. Ed è meglio parlare senza avere niente in mano dice, senza tazze e tovagliolini di carta da appallottolare in caso di nervosismo. ”Vedrai che arriva un momento in cui i pezzi iniziano ad incastrarsi da soli, senza che tu debba forzare le cose. L’acqua trova sempre una via d’uscita, per microscopica che sia”. Mi dice sempre.
Bianca non è mia nonna ma avrei tanto voluto una nonna così. Forse perché in fondo rispecchia molto me e quella che vorrei diventare un giorno, se avrò la fortuna di compiere 86 anni. Intanto imparo, osservo e copio. Perché Bianca È una di quelle persone che ti rimangono in testa anche se le guardi appena.
Buon Compleanno Bianca !

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