Allergie agli idrocolloidi per stomia


Nella foto potete osservare delle placche per stomia. Sono adesive e ad esse, viene agganciato un sacchetto di raccolta di feci o urine. A volte placca e sacca formano un unico pezzo. 
Il paziente stomizzato utilizza placche adesive a base di idrocolloide.
L’idrocolloide è una sostanza formata da acqua e da fibre che trattengono la molecola di acqua.
Molti idrocolloidi derivano da fonti naturali, come la carragenina, la gelatina animale e la pectina. Alcune aziende aggiungono componenti protettive come il miele di Manuca o la Ceramide.
Quelle sostanze gommose marroncine più o meno morbide, messe a contatto con l'acqua si rigonfiano allo scopo di proteggere la cute qualora le urine o le feci venissero a contatto con la cute stessa. Quando un paziente rimuove la placca lo invito ad osservare posteriormente, sulla facciata che era applicata alla cute, il livello di consumo e deterioramento. 
Alcuni PH degli effluenti, come le urine infette con batteri o le feci acide liquide magari verdastre (biliari) sono "corrosive" per la cute e creano dermatiti, arrossamenti, erosioni. 
Ecco perchè è importante che la cute intorno allo stoma sia sempre ben coperta dalla placca ritagliata con foro preciso. E il controllo del grado di "assorbimento" dell'idrocolloide impone un cambio più o meno frequente.
E' importante che l'enterostomista valuti la cute sotto alla placca soprattutto nelle condizioni della foto.
Ci sono idrocolloidi che resistono molti giorni senza sfaldarsi ed altri, che si consumano completamente, lasciando intravvedere la plastica sottostante. Anche l'acidità della cute, la sudorazione e l'assunzione di farmaci possono accelerarne il deterioramento. Lo scopo deve essere sempre quello di preservare l'integrità della cute. Un piccolo arrossamento può diventare una lesione erosiva, o secernere siero (una specie di acquetta che impedisce che l'adesivo attacchi ). L'applicazione di medicamenti adatti alla stomia è il consiglio che l'enterostomista vi può fornire. 
Alcune persone diventano allergiche al contatto con l'idrocolloide anche dopo anni. E' il sistema immunitario che entra in gioco. Ovviamente bisogna prima escludere la presenza di infezioni (batteri pericolosi nelle urine, virus nelle feci o batteri nelle feci molto aggressivi) e successivamente cambiare tipo di idrocolloide. 
Durante la chemioterapia il sistema immunitario viene a deprimersi molto facilmente e aumentano i casi di improvvisa allergia da contatto.  
Nei casi severi, l'enterostomista si avvale della collaborazione con il dermatologo.

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