Oggi è il mio compleanno
Oggi è il mio compleanno.
Chissenefrega dirà qualcuno. Eppure a me interessa, che di anni ne compio quarantasei e ringrazio la vita per averlo potuto scrivere. Ho coetanee sepolte sottoterra, una compagna di classe si è tolta la vita qualche anno fa, qualcuna sta ancora lottando contro il cancro.
Lavoro a contatto con la morte tutti i giorni. I miei pazienti stomizzati sono per la maggior parte oncologici. Io la morte l'ho anche vista proprio in faccia mia un giorno. Era davvero brutta. Mi ha fatto l'occhiolino, mi ha portato a guardarmi dall'alto, e poi dal basso, sotto le rotaie, prima di salutarmi.
L'ho incontrata di nuovo con due dei miei figli, più volte. Mi sono scontrata con lei, diavolaccia nera, l'ho presa a pugni e mi è andata bene, anche se porto i segni sul cuore. Non lo è stato per altre amiche mie.
Voglio essere grata alla vita per poter dire "cazzo, ho quarantasei anni", posso fare ancora tantissime cose, che le uniche limitazioni sono quelle che vuole la nostra mente.
"Sei a metà strada", mi ha detto al telefono mia mamma stamattina. Mi ha fatto un certo che.
Potevo pensare che altri quarantasei anni sono tantissimi, o che da metà strada ormai è tutto un declino. Ho deciso di mettere l'orizzonte come un quadro sopra al letto, per ricordarmi che si, finirà tutto un domani, ma è ora che devo vivere. Allora mi sono fermata sul parcheggio prima di scendere dall'auto. Accanto a me c'era un'automobile rossa con dentro un tizio dai capelli a cespuglio e la barba folta. Aveva perso la mascherina in quel bosco!. Ho tirato giù lo specchietto e mi sono guardata. D'accordo gli occhi si stagliano tra rughe ormai decise, ma nel cuore no, quello è liscio e pieno; la pelle ha perso il suo tono, il collo non mente e una scriminatura nel mezzo dei capelli non nasconde i fili argentati. Ne ho quarantasei mica venti. Poi ho aperto la bocca, controllando le tonsille, ho tirato fuori la lingua e abbassato la cute sotto agli occhi, come faceva mia mamma quando io e mia sorella eravamo piccole, per vedere se eravamo anemiche. Mi sono messa anche a fare le smorfie come se il mio viso fosse di gomma e sono scoppiata a ridere quando mi sono accorta che il tizio accanto a me, dentro il suo abitacolo, mi osservava imperterrito dai vetri brillanti degli occhiali.
Ho indossato la mascherina, sollevato la parte posteriore del colletto del mio cappotto rosso, e sono scesa per andare a lavorare in ambulatorio.
In spalla portavo tre borsoni e la valigetta del computer. Stavo in piedi, camminavo, respiravo, a modo mio. Non ho più intenzione che qualcuno mi imponga il suo ritmo. Neanche a chi sogna una vita di corsa, fatta di obiettivi da raggiungere, viaggi, realizzazioni, che adesso l'unico desiderio è quello di saltare la fila al supermercato.
A chi si lamenta in continuazione mi verrebbe da dire un sacco di cose...
Volete che non sia grata di poter compiere un anno in più?
Con questa foto vorrei ringraziare le migliaia di persone che oggi mi hanno fatto gli auguri. Spero tanto di essere contagiosa. L'energia e la positività potrebbero scatenare una bellissima pandemia.