Io la paura ce l'ho davvero

Diciamo la verità.
Io la paura ce l'ho davvero. Un'immensa paura. Una battisoffia che non potete immaginare.
Il mondo fantascientifico che mi si presenta davanti lo avevamo visto solo nei film. E' sconcertante come un luogo che mi ha tenuta stretta e sicura per anni alla fine diventi così soffocante da farmi sentire incatenata. Mi piaceva il mio lavoro. Mi piaceva donarmi agli altri, aiutare, sedermi accanto ai pazienti, vicina al loro letto, tenere la loro mano, conversare per ore. Erano impauriti dalla malattia ed io dovevo stare là. Ora il mio lavoro non mi piace più. Almeno non così. In cui sono obbligata a pensare a me stessa, a proteggermi, a salvarmi. A tenere le mani nei guanti, doppi, e lo sguardo coperto insieme a tutte le espressioni, sotto la maschera, soffocando anche la voce. Ma se non pensassi a salvarmi ogni giorno, non potrei più essere qui, a lavorare anche oggi, per loro. Una provvida sventura direbbe Manzoni con un ossimoro. "Sto lontana signora, non si preoccupi". "Metta la mascherina per favore". "Si è lavata le mani?". "Gli occhiali dove sono'". Non si parla d'altro. Morti, sopravissuti, contagiati e guariti. Non c'è neanche il tempo di chiedere come stai. Le consulenze devono essere brevi, disgiunte, algide, quasi insensibili. Non mi vengono frasi più belle di quella fatta "Andrà tutto bene". Così, tanto per dire. Perchè non sta andando tutto bene. Non va bene per nulla signora. O almeno non abbastanza caspita.
Ve lo ricordate "L'esercito delle dodici scimmie del '95?" Bruce Willis era un detenuto che dal 2035 veniva mandato indietro nel tempo per scoprire le cause di una catastrofe apocalittica che costringeva i pochi superstiti dell'umanità a vivere nel sottosuolo. Un gruppo ecologista sembrava esser stato la causa di tutti i mali negli anni Novanta, reo di aver liberato un virus per punire la razza umana. Meglio se non l'avete visto.
I ricordi si fanno in me davvero brutti anche con il film "Contagioni" che nel 2011 sembrava anticipare la pandemia di questi giorni. Di ritorno da un viaggio a Hong Kong, guarda caso, Gwyneth Paltrow moriva dopo i primi sintomi di un'influenza. Si scopriva così che aveva contratto un virus chiamato MEV-1 che colpiva i polmoni e il sistema nervoso. Il virus iniziava a espandersi velocemente contagiando il mondo mentre si cercava una cura. Se l'hanno trovata? No. Non sono riuscita a vedere la fine tanto era drammatico. Ancora sono vive in me quelle scene raccapriccianti. 
Sì, "andrà tutto bene" dovrei pensare, ma non ci riesco, e non solo per il fatto che sono una infermiera sottoposta al rischio ogni giorno, e non solo per le cose che vedo, ma perchè sento, tra le parole di chi è costretto a prendere delle decisioni per il paese, molta incertezza. Sento la paura, che impollina l'aria, sento che sarà dura. Non eravamo preparati. 
Ci sono altri film che mi rammentano ciò che stiamo vivendo ma non ne voglio parlare, mi bastano gli orrendi ricordi per farmi saltare sulla sedia. Mi aggrappo solamente ai finali, perchè l'uomo in qualche modo trova sempre una soluzione nonostante i milioni di morti. 
E allora si che andrà tutto bene. 

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