A Villa Albrizzi Marini (Tv) "Storie di Straordinaria Corsia"

Siamo a San Zenone degli Ezzelini, a pochi chilometri di distanza dal confine con la provincia di Vicenza. La parte creativa della Villa cinquecentesca Albrizzi Marini, è la foresteria e le antiche scuderie. Il proprietario Martinos Gevorgyan ha dato vita al progetto Villa Work. Questo consiste nel proporre eventi culturali e di aggregazione, creativi e di libera espressione. 
E' Mattia Favaro, mio paziente e attivista in questa splendida iniziativa che mi ha invitato a ri-presentare il mio libro "Storie di straordinaria Corsia" mercoledì 9 ottobre 2019.
Insieme ad un gruppo di giovani ha riesumato il parco di fronte la villa, l'ampio porticato e il salotto interno.
L'ampio spazio all'interno della Villa è stato arredato con pezzi vintage e di recupero e mostra personalità e spirito creativo. Emerge la buona volontà di un gruppo di giovani a puntare sulla cultura vera, che crea dibattito e confronto di idee lasciandomi piacevolmente colpita.
Donatella Favaro, infermiera nonchè la mia migliore amica, ha moderato la serata e mi ha intervistato. Splendida donna, anche lei si occupa di un argomento singolare come il make up terapeutico per donne oncologiche.
Ne è nata una fluida chiaccherata che ha incuriosito i presenti. 

Spesso mi diletto ad interpretare le storie lasciando spunti di riflessione. Non recito, interpreto. Amo le emozioni che gli altri mi trasmettono e le faccio anche mie. In fondo in questa vita anch'io ho conosciuto la sofferenza.  
L'energia che mostro mi viene da dentro, è DNA. 
Mio padre, allenatore di calcio, instancabile e stacanovista a lavoro mi ha trasmesso la passione per le cose. Tutte. Mia madre la precisione e la cura nei dettagli. Mia sorella la fantasia, e, insieme, ci siamo influenzate per la creatività che ci contraddistingue. 
Se per alcuni potrebbe sembrare un pregio, a volte per me è una vera tortura. Perchè dopo aver raggiunto un obiettivo con una idea, devo subito pensarne un'altra. E così si riparte daccapo. 

La presenza di molti dei miei pazienti mi ha dimostrato quanto essi siano grati al mio lavoro e a me. E soprattutto quanto sia importante proprio questo sentimento: la gratitudine. 
Per renderli protagonisti nelle storie del libro, sono stata testimone delle loro confidenze più intime. Si sono sentiti considerati come persone, non solo come corpi malati. 
Le emozioni dissolvono il dolore, lo toccano delicatamente, come forme sospese, quasi senza consistenza. Il dialogo con questa "vera essenza" muove brevi tocchi di rapida scrittura. Sono i miei appunti, mentre i miei pazienti mi parlano. 



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