A Paese (Treviso) 140 donne per il Viaggio intorno al pavimento pelvico
Abbiamo portato le centoquaranta e oltre donne venerdì scorso, in un viaggio intorno alle bellezze e ai segreti del pavimento pelvico. patrocinato da LILT per l'Ottobre in rosa, è stato organizzato dal Comune di Paese nella sala convegni di Villa Panizza, illuminata di Rosa.
"La tanta partecipazione è stata davvero inaspettata", sottolinea Alice Altafimi, assessore al sociale ideatrice dell'evento. "Una sala così gremita non si vedeva da tempo", aggiunge felicissima.
Eh si, il pavimento pelvico attrae e attira le donne perchè finalmente se ne parla. Non posso che essere felice di questo mio desiderio che si avvera. Ma sono tante le colleghe impegnate su questo fronte. Nella mia realtà veneta sono stata invitata da Comuni aperti al cambiamento, assessorati al sociale e alle politiche sanitarie gestiti da donne hanno fatto la differenza, per le tematiche proposte alla cittadinanza. E nonostante gli eventi siano stati sempre aperti anche al pubblico maschile, sono davvero una minoranza i partecipanti del sesso opposto.
La immancabile prova palloncino, che insegna alle donne quanto i muscoli addominali vengano attivati durante una semplice azione come il gonfiare un palloncino, è servita per insegnare a non spingere con la pancia, ma ad introflettere l'ombelico durante ogni sforzo, e a stringere contemporaneamente il pavimento pelvico.
Con una brillante introduzione sui centri di primo, secondo e terzo livello della nostra Regione Veneto, il Dott. Santoro, Responsabile del Centro di Terzo livello dell'incontinenza e stomia del Cà Foncello (Ospedale di Treviso), ha descritto il percorso che una donna può fare in caso di incontinenza. Con orgoglio ha mostrato le foto del centro e raccontato delle fatiche subite per realizzarlo.
Il momento del palloncino si colloca dopo circa mezz'ora di esposizione e lo scopo del gonfiaggio, è far comprendere quanto i muscoli addominali partecipino normalmente a questa azione. Il problema è che ogni volta che vi è attivazione in spinta dei muscoli addominali, il perineo scende sotto la loro pressione. E' importante perciò imparare a contenere l'addome piatto, introflettendo l'ombelico mentre si soffia il naso, o si starnutisce o si tossisce. Ovviamente stringendo lo sfintere anale esterno.
La preparazione ad un evento in cui devo parlare per un’ora e mezza, mi impegna moltissime ore. Faccio le prove cronometrandomi e registrando la mia voce. Mi registro facendo delle riprese per capire dove soffermarmi maggiormente, dove gesticolare meno o di più. La letteratura, sempre presente in ogni slide, va anche aggiornata di tanto in tanto. Perciò spesso trascorro delle ore per fare ricerca bibliografica sui temi che espongo.
Non si può rischiare di sbagliare, l’obiettivo, quello della prevenzione, deve essere chiaro. Non si tratta di propaganda né di promozione di un servizio. Le serate, a titolo gratuito, sono finalizzate ad aumentare la consapevolezza nella popolazione, affinché ricorra sempre meno inutilmente allo specialista ma sempre maggiormente quando c’è un problema come quelli di cui parliamo. Da sempre, l’ambito della riabilitazione del pavimento pelvico, è stata una prerogativa della fisioterapia. Tuttavia non posso accantonare nè appendere al chiodo 10 anni di competenze acquisite in questo campo in una attività clinica che mi ha portato a riabilitare quasi 1000 persone. Attualmente il mio campo d’azione rimane il paziente stomizzato e il suo pavimento pelvico oltre che il bambino, e l’adolescente, che manifestano disfunzioni perineali in seguito a malformazioni anorettali congenite. Ad aiutarmi nella riabilitazione perineale del bambino è Elena Scarabellin, collega enterostomista, in formazione per questa specificità.Dal mese di Agosto 2019, la mia attività si è ampliata nel coordinamento dei centri stomie dell'Ulss2, in tutti gli ospedali. Siamo in 4 a collaborare in questo campo.
Cercheremo di uniformare le procedure e di pubblicare studi scientifici.
Il nostro responsabile è il Dott. Giulio Aniello Santoro (foto sotto).
Non si vorrebbe mai una sala vuota alle conferenze.
L'esperienza ormai di anni di partecipazione a questi eventi mi ha insegnato che quando è l'amministrazione comunale ad organizzarli, vi è un forte impegno in più direzioni.
Sicuramente, la mia notorietà sui social ha contribuito alla diffusione dell'evento su molti gruppi ma spesso non basta. Serve cultura e apertura mentale. Servono le persone giuste, quelle appassionate e determinate, quelle che vogliono costruire e fare il bene comune. Servono un titolo accattivante, una foto coinvolgente e un articolo su un blog. Serve tempo. Tanto.