La sofferenza del non essere madre ma del saper andare oltre
Lo conosceva bene Eve Arnold (1912-2012) l'universo femminile.
Fotografa americana, fermava nei suoi scatti la forza che ogni donna tiene dentro di sè. Un lavoro, quello della fotografa, tutt'altro che femminile in quei tempi, e con difficoltà si intrufolava nelle sale da parto, nei ghetti afroamericani e in Afghanistan fino all'Egitto, alla Cina e all'India.
Lei, che un figlio lo avrebbe voluto ad ogni costo, e che lo perse in un aborto spontaneo, volle cogliere da quei perinei, da quei vagiti ai quali assisteva, le emozioni che vanno oltre la sofferenza del non poter essere madre. E di quelle si arricchiva, aderendo ad un modello di compostezza anche sentimentale.
Bellissime le immagini delle infermiere o ostetriche degli anni sessanta e settanta. Fantastico capolavoro la sua collezione in mostra a Villa Bassi, ad Abano Terme, aperta fino all'8 dicembre 2019 con la possibilità di visitare le stanze padronali della villa stessa (edificata nel 1566 dal medico Secco). La Villa era un tempo residenza aristocratica, oggi, dopo l'inaugurazione a dicembre 2018, è museo aperto alla cittadinanza.Eva Arnold occupa a pieno titolo un posto d'onore nella storia della fotografia.
ha perso un figlio e il tema della nascita l'ha ossessionata. Era interessata di politica e ha voluto sapere come questa influenzi le nostre vite. E' stata una donna, ed ha voluto capire tutte le donne.
Tanti i suoi progetti, comprensibili in ogni foto. Intensità e passione, questo traspare dalle foto. E ancora meravigliose la sua Marilyn Monroe o la Dietrich degli anni sessanta, riprese non in posa.
C'è qualcosa di più spigoloso del loro modo di occupare gli spazi. Erano gli occhi parlanti, le direzioni dello sguardo, che facevano cadere la nostra attenzione sui particolari di luci o ombre.
Dicono che Eve Arnold fosse bellissima. Eppure me la immagino a novantanove anni camminare elegantemente accompagnata da una secca ma nobile figura zigzagando tra i rotoloni e i container zeppi di foto. Ma c'erano molte cose che non si potevano fotografare.
"Vedi amica mia? Questa risata non la puoi fotografare.
Se ne ricorderà il tuo cuore, un giorno, all'improvviso"