I GENTILUOMINI ESISTONO ANCORA

Prego dopo di lei. 
Allora esistono ancora i gentiluomini!.
Galanti, con o senza cravatta regimental o vestito d’ordinanza, galanti e basta. Nei modi, nei toni, nei gesti, non passano inosservati.
Aspettavo l'ascensore da diversi secondi, forse una sessantina. Accanto a me, una signora fissava l’orologio al polso. Un uomo robusto, dal passo un po' nervoso, con gli occhiali dalla grande montatura, arrivava dalla parte del piano terra, quella che dava diritto accesso all’ascensore. Perse la sciarpa nel tragitto e si chinò con fatica raccoglierla, quasi inciampando sui suoi passi rigidi. Avevo premuto io il pulsante di chiamata ma, essendo un montacarichi, l’ascensore era un po’ lento. L’uomo nevrotico, passandomi davanti come per farsi spazio, ripete’ il gesto con più forza, quasi ad infilare interamente il dito dentro il tasto, fino a romperlo, e come se di secondi di tempo a disposizione non ne avesse più, incazzato per la lentezza del mezzo.
Il tun tun dell’arrivo sì confondette con i beep e con il campanello stonato dell’apparecchio. Una sorta di "glin glon" della porta accanto. Un altro uomo dietro di me, con un cappotto grigio lungo fino alle caviglie e le mani in tasca, pestava i piedi, forse per scaldarli o forse perché aveva fretta anche lui. Quando la porta scorrevole si aprì, la signora era ancora distratta, stavolta a cercare qualcosa nella borsa. L’uomo robusto entro per primo, la signora lenta dopo di me, quello in cappotto grigio per ultimo. Andavamo tutti al quinto piano, nel reparto di neurochirugia. Ci si guardava nell’abitacolo di tre metri per uno e mezzo. Io fissavo le mie scarpe, per non dover incrociare gli sguardi, ma di sottecchi sbirciavo gli altri. I due uomini controllavano i rispettivi cellulari e l’altra donna era ancora intenta a cercare qualcosa nella borsa, come se fosse stata una borsa senza fondo. 
Quinto piano. 
Si aprì la porta. Il signore robusto con la sciarpa al collo uscì per primo seguito dalla donna. 
"Dopo di lei" mi disse l’uomo col cappotto grigio accompagnando la frase con il gesto della mano e del braccio galante. 
Esistono ancora i gentiluomini ho pensato. Il braccio si tendeva lievemente con la mano aperta ma le dita erano chiuse, una accanto all’altra. Il gesto era fluido, come un volteggio d’altri tempi, che gli venne naturale, con un piccolo inchino.
Mi piacque da morire quel gesto e lo ringraziai per la sua galanteria.
Esistono ancora i gentiluomini allora.

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