PRENDI UN LIBRO E TI DIRO' CHI SEI

Prendi un libro e ti dirò chi sei.
C'è chi lo sceglie per il titolo, chi per la copertina, lo sfondo o il soggetto. Chi va dritto all'autore, chi a caso, in base alla classifica letta sul corriere. C'è chi li compera tutti, chi va ai mercatini dell'usato per risparmiare e chi in biblioteca. Ma quanti sanno che puoi prendere un libro in prestito all'angolo del marciapiede?

L'ho dovuta fotografare questa biblio-cabina all'angolo del marciapiede coneglianese. 
Stazionava là, con la porta aperta e quattro scaffalature di libri, tutti catalogati, da prendere in prestito così, senza chiedere. Io passavo di là, ingessata in un austero tailleur d'ordinanza, ma vittima dell'irresistibile tentazione di prendere un libro.
E' così difficile trovare degli appassionati della carta stampata ai giorni nostri. Con internet imperante e lo smartphone sempre in mano il dolce effluvio delle pagine è un lusso che pochi si concedono. 
A cambiare pelle, questa volta, sono state le cabine telefoniche della Svizzera italiana, trasformate in biblio-cabine, vere e proprie biblioteche pubbliche. Un’idea nata nel mondo anglosassone e sperimentata quindi anche in Italia, tra Sardegna, Veneto e Toscana. Via la cornetta e il telefono; al loro posto scaffali e tanti libri quanti ce ne stanno. Il modello di gestione è quello del bookcrossing, lo scambio gratuito di libri: chiunque voglia può portare i propri volumi, “abbandonandoli” per permettere ad altri di prenderli, leggerli e “abbandonarli” di nuovo.
Io penso che anche questo sia un angolino di felicità. Scegliere dove andare a rimettersi in gioco ogni mattina, durante una passeggiata tra i tigli, cercare riparo dal chiasso dei toni troppo alti della città, e con un libro in mano, mettersi nelle mani della cultura.
Anche seduti in un muretto umido che ti gela il posteriore, ogni lettura sembrerà diversa con un libro da biblio-cabina. E come se la creatività fosse un fatto ereditario, puoi riabbracciare l'eredità culturale della pagina stampata. Adoro collezionare scritti di intellettuali scanzonati intelligenti piuttosto che parure di diamanti.
Scelgo Antonio Menda, autore di "Io sono il fuoco". A metà tra un inetto sveviano e il don Abbondio di manzoniana memoria, il protagonista privo di slanci cerca il coraggio della felicità ma è talmente preso da se stesso che non riesce ad aprirsi al mondo. 
Lascio il mio sullo scaffale: "Rispondimi", di Susanna Tamaro. Un libro sulla responsabilità e sulla difficile presa di coscienza che ognuno di noi deve raggiungere per scoprire il più profondo significato della vita. Lo vedete? In un certo senso i miei pazienti sono sempre nella mia mente. Viaggiano nella mia testa, assorbo i loro drammi, stimolano la mia creatività. Donano la loro vita a me, i loro sentimenti, mi permettono di scrivere. Di vivere. 
E domani perchè no, porterò  anche il mio libro nella cabina. Magari lo sceglierai tu, e ti dirò chi sei.

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