IN MONTAGNA, PER RICARICARE LE PILE

Lo dice anche la mia amica Mirella, e lo scrivono Monica, Antonio, Flavio, Marco, Ornella, Luisa e tanti altri che "se sei in cerca di angeli o in fuga dai demoni devi andare in montagna!" (Mirella Tess).
Le hanno pubblicate su facebook le foto delle loro vacanze tra i monti e, con orgoglio, vorrei tanto aggiungere anche le mie, perchè non si può spiegare a parole cosa trasmetta la montagna all'animo inquieto, ma ci viene facile con una bella foto.
Che si tratti di un ghiacciaio a tremila metri o di una pianura ai suoi piedi costeggiata da un rumoroso torrente che fa eco tra i pini e gli abeti e il muschio, e i tronchi spezzati, i fiori violetto che non vorresti calpestare, le campane sbattenti delle mucche al pascolo, tutti sono convinti del  potere antistress della montagna, "abbattitrice" dell'ansia, "sviluppatrice" di idee.
Tutti i sensi sono coinvolti durante una scampagnata, e non necessariamente devi scarpinare per ore. Ci sono funivie, ovovie, teleferiche, seggiovie e chi più ne ha più ne metta. E in quella baita lassù, un tagliere di pane, formaggio e speck dal profumo di corteccia affumicata può deliziare ogni palato e ogni intollerante o malato.
D'altronde, un fiume d'acqua fresca e pura che scorre placida all'interno di un boschetto non è cosa da poco, e noi italiani, che adoriamo il pic nic, già al primo pallido sole invadiamo gli argini armati di cestini e paninetti. E' una delle tante celebrazioni, come dico sempre, della joie de vivre che molti hanno stampato nel dna.
Si può trovare di tutto nelle aree attrezzate di montagna. Dalle coppie eleganti che brindano con flute di cristallo ai fricchettoni d'antan con il loro corredo di canne e birrette. E bambini, e cani che scodinzolano felici, e proprietari di qualche chalet che ugualmente lasciano le comodità delle poltrone per una coperta sul'erbetta. Lo avete visto il quadro La dejeuner sur l'herbe al Museo D'Orsay ?.
Tra i monti puoi scorgere in tutti un desiderio di felicità. Se siete fortunati ad attraversare un ponticello in legno fatto a mano, fermatevi ad osservare l'acqua che vi scorre sotto. E' un passatempo che consiglio. Tuttavia l'ammirazione non basta per sentirsi bene in montagna e non dura a lungo se non è accompagnata da sensazioni più profonde.
E vi chiederete anche cosa centri questo post con la riabilitazione pelvica o la stomia.
Centra eccome.
Innanzitutto camminare in montagna mette in moto il pubo rettale e tutta l'amaca del pubo coccigeo. Muscoli importantissimi per la continenza e la prevenzione dei prolassi soprattutto nelle donne.
L'uomo che soffre di lieve incontinenza urinaria, osserverà magicamente il pannolino asciutto e per chi l'urgenza fecale o urinaria è l'incubo,  la montagna offre nascondigli magnifici.
Il paziente stomizzato, dal canto suo, soprattutto se operato da poco, potrà fare il pieno di aria sana, sentire migliorare l'appetito e magari, con il prossimo controllo, vedere i globuli rossi più grandi !
Sperimentate all'infinito, osservate anche gli insuccessi della natura. Radici ammuffite, foglie divorate dalle lumache, piante dalla colorazione bruciata dalla collocazione in pieno sole o tronchi scavati dalle formiche giganti. Al contrario delle relazioni sentimentali, con la natura si capisce sempre cosa non ha funzionato. Poi naturalmente c'è quella piccola percentuale di imprevisto, quell'imperscrutabile mistero al quale bisogna arrendersi.
Se avete la fortuna di ammirare uno specchio d'acqua verde come un lago, sul quale ondeggiano piante e il crostone roccioso vi cade a picco, beh siete autorizzati a scattare mille foto !
Alcuni Hotel offrono piscine mozzafiato con spettacoli da cartolina. Abbiate pazienza se non potete permettervela, la pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce. Troverete sicuramente l'alternativa che vi renderà felici. Andate piano, vedrete.
Un'estasi drogata ci ha abituato a un'accelerazione esponenziale. Più otteniamo e più pretendiamo. E' il momento di frenare. Riconsiderare il tempo solare, passeggiare senza orologio, senza cellulare (ah no vi serve per le foto!, Ma almeno mettetelo in modalità aereo !!!), rieducarsi alla pazienza, come la pianta dell'agave che vede la fioritura dopo vent'anni.
Esercitare questa capacità d'amorosa attenzione è salutare non solo per chi riceve le nostre cure, ma soprattutto per noi che le offriamo. 
Con la logica del tutt'uno con la natura, l'essere umano continua a progettare labirinti tra i boschi. Stradine scoscese o vialetti solo calpestati. C'è un'attrazione irresistibile del cervello verso questi percorsi carichi di simboli, contorti come i nostri pensieri, tanto che oggi gli amanti del genere, si riuniscono in associazioni, organizzando raduni a tema. Passeggiate fino ai rifugi, arrampicate inquietanti o corsette sprint sul battuto. Lo scopo è provare il brivido del percorso, trovare risposte alle avversità della vita, mettersi alla prova.
Se non vi siete ancora convinti, sfogliate i post dei vostri amici e non su facebook. Soffermatevi sulle foto montane e cercate il significato di quella pubblicazione. Non ho forse ragione io? 

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