ENCOPRESI: COS'E' ?
E' una forma di incontinenza fecale pediatrica, un disturbo del bambino caratterizzato dalla perdita involontaria o volontaria di feci in modo e in luoghi inappropriati per il contesto sociale e culturale del bambino. Di solito si verifica dopo i 4 anni, quando il bambino ha raggiunto la maturazione psicofisica per il controllo degli sfinteri.
Se il bambino non ha mai raggiunto la continenza degli sfinteri anali, l'encopresi si definisce primaria e può essere dovuta a vari fattori compresa la pigrizia o il trattenere troppo le feci. Se invece il bambino ha raggiunto il normale controllo degli sfinteri, si definisce encopresi secondaria.
Essa si manifesta di solito nei bambini di età inferiore ai 7 anni. Ne è colpito quasi il 3% dei bambini di 4 anni, poco meno del 2% dei bambini di 6 anni e l'1,6% circa dei bambini di 10 anni. È più frequente nei maschi rispetto alle femmine con un rapporto di 3:1.
Un programma completo di riabilitazione prevede la regolarizzazione della dieta, l'uso di farmaci, l'attività fisica adattata e le modifiche comportamentali. Ciò viene deciso in base allo sviluppo psicomotorio del bambino ed al grado di stitichezza. Rispondere allo stimolo defecatorio e non trattenere le feci costituiscono la chiave del successo del trattamento. Le feci devono essere ammorbidite e rese poltacee ricorrendo a integratori specifici o lassativi particolari, mentre i clisteri dovrebbero essere utilizzati solo all'inizio del trattamento per eliminare il fecaloma (ovvero un grosso blocco di feci), che spesso ha bisogno di essere frammentato per poter essere espulso. Con una emulsione intra anale da applicare ogni sera per una settimana (es. Repaderm) è possibile sciogliere il fecaloma e favorirne l'espulsione con il clistere di acqua tiepida mista a olio di vaselina.
E' importante altresì aumentare il consumo di fibre (frutta soprattutto) e di acqua. Fondamentale è il bowler training (quando come e dove fare la cacca): il bambino deve essere osservato dopo i pasti, per controllare eventuali comportamenti che inducano a pensare che sente lo stimolo defecatorio, e si invita ad andare sul wc, senza libretti o giochini in mano. Altrimenti da adulto userà il wc come una grotta di evasione, con rischi di prolassi della mucosa retto o della parete rettale e degli organi pelvici nella donna. Dopo i pasti si cerca infatti di sfruttare il riflesso gastro-colico che mette in moto l'intestino. Nei bambini più grandi, collaboranti (di 10-12 anni), si può ricorrere al biofeedback, uno strumento anche portatile dotato di una sondina anale collegata ad un monitor su cui ci sono dei disegni. Il bambino stringerà la sondina con i muscoli anali e la rilascerà, seguendo ad esempio l'onda del mare o il profilo di una collina fiorita. Imparerà così ad utilizzare i muscoli pelvici corretti. Il trattamento farmacologico è controindicato solo nella patologia non ritentiva; in quel caso è invece essenziale un'appropriata guida bowler training (il training della defecazione come ho detto prima, consiste nel come quando e dove). Un eventuale supporto psicoterapeutico è sempre indicato, in ogni caso.