CHIEDILO ALLA PSICOLOGA: ho paura dei camici bianchi, come posso fare?
Gentile Dott.ssa,
ho paura dei camici bianchi. Come posso fare per non dover trascorrere notti insonni ogni volta che devo sottopormi ad una visita?
Caro Andrea,
la paura dei medici e in generale di chi indossa un camice bianco è molto più comune di quanto si possa immaginare. Quando ci si deve sottoporre ad una visita medica o ad un prelievo del sangue ad esempio, lo si sta facendo perché si hanno dei sintomi. E se da una parte, dentro di noi si sa che è necessario per la nostra salute dall’altra, c’è la preoccupazione di sentirsi dire che vi è qualcosa che non va, che abbiamo bisogno di ulteriori accertamenti diagnostici, per escludere malattie a cui non vorremmo nemmeno pensare.
Mi viene da chiederle se ha sempre avuto questa paura o se si sta presentando dopo un evento personale o famigliare che l’ha coinvolta particolarmente da un punto di vista emozionale. Talvolta è la conseguenza di un periodo stressante prolungato, che ci ha visti attori partecipi dell’angoscia di malattia di persone a cui ci sentiamo legate.
Quello che lei attualmente sta provando è uno stato di ansia intensa verso qualcosa di ignoto, e proprio perché sconosciuto, potrebbe paradossalmente aiutarla a non averne timore.
Non può sapere cosa le dirà il medico fino a quando non vi incontrerete, così come talvolta non si sa come si è riusciti a superare le difficoltà di una giornata in cui tutto doveva svolgersi secondo i nostri piani.
A volte si aiutano le persone come lei ad una esposizione graduale, si mostrano immagini di persone, alcune delle quali che indossano camici bianchi, poi si accompagna fino al parcheggio dove c’è lo studio del medico che visita, e così via. Si va per gradi.
Capisco che lei mi sta chiedendo una soluzione rapida, che qui non mi è facile darle. Ciò che mi sento di dirle però, è che sotto il camice bianco c’è una persona proprio come lei, che può avere delle paure, diverse dalle sue, ma pur sempre ne ha, e confidando i suoi timori, può sentirsi compreso e di conseguenza maggiormente a suo agio, semplicemente per averli espressi.
Cordialmente,
dott.ssa Caterina Bertelli