LA FAIS A TREVISO: IL SEGRETARIO NAZIONALE INCONTRA L'ENTEROSTOMISTA FANNI GUIDOLIN E IL PRESIDENTE REGIONALE AISVE, CON IL COORDINATORE DEL CENTRO INCONTINENZA
Pianificazione, determinazione, idee. Chi collabora per la riuscita dei progetti delle associazioni trova alle nostre latitudini un radicamento condiviso nel Dna. Lo ha capito bene Pier Raffaele Spena, segretario nazionale FAIS (Federazione delle associazioni incontinenti e stomizzati italiana) che i Veneti stanno correndo a mille allora nell'intento di sensibilizzare il mondo degli agnostici, alla stomia e all'incontinenza. Ma serve il confronto con le altre regioni per capire dove stiamo andando. "Collaborare è l'asso nella manica", sostiene Attilio Reginato, presidente AISVE.
Oggi è la volta dell'ennesimo scatto sul Veneto, autentico apripista di un sistema che funziona. E l'obbiettivo è calato sul welfare.
Welfare è un'espressione generale in continua espansione, che intende racchiudere le possibili forme di miglioramento della qualità di vita. In Veneto, la tendenza di chi lavora duro per il bene dei cittadini, e, nel nostro caso, dei pazienti stomizzati e incontinenti, è quella di andare avanti con le amministrazioni pubbliche anticipandole con iniziative apripista. Il Dott. Giulio Santoro, coordinatore e responsabile del progetto incontinenza trevigiano, si è espresso favorevolmente per quanto riguarda la collaborazione con tutte le associazioni e, per il suo ruolo di tecnico specialista si offre quale interlocutore con altre figure mediche rilevanti nel progetto o nei congressi organizzati dall'Ulss e dai Comuni.
I progetti di questo incontro sono stati elaborati e discussi. Tanto l'entusiasmo acceso dalla forza dei nostri ruoli diversi.
Dobbiamo essere generativi di una nuova dimensione umana piramidale. Al vertice sta sempre il paziente, alla base stanno le associazioni, nel mezzo tutti i volontari e i "millennials", che sono le nuove generazioni, ricche di spunti. Le associazioni stesse devono rinnovarsi nei ruoli, nei programmi, negli attori, per poter essere "avanti", direbbe un adolescente di oggi.