FIGLI E MARITI E IL NOSTRO SUOLO PELVICO

Grazie a questo blog e al coraggio che Anna ha avuto di scrivermi, siamo riusciti ad aiutarla. 

Ho infilato un tutone e sono crollata addormentata sul divano. Mio marito si chiede deluso che fine abbia fatto la sottovestina in seta blu che un tempo lo seduceva. Mi dice di non essere abbastanza attraente da innescare in lui il desiderio sessuale quando ho voglia io. Mi dice di non essere abbastanza materna perché sono troppo ambiziosa. Mi dice che non ho abbastanza grinta perché troppo chioccia. Mi dice che penso più ai figli che a lui e che non sono brava a fare nulla. Mi ricorda quanto ero sexy un tempo, con abiti succinti in un corpo da favola, prima che le gravidanze allargassero di qualche centimetro i miei fianchi scarni.
Quando indossavo quel ridicolo abitino di pailettes  e perfezione che lui mi aveva cucito addosso, non vedevo l’ora che si strappasse per accartocciarmi sfatta, coperta solo dalla mia biancheria scoordinata. Non è un mondo per madri il mio. Non è un mondo per mogli il mio. E in questa dura prova mi trovo costretta, senza poter scegliere un perno di un cambio di direzione del pensiero. E fisso le emozioni e le improvvise voragini di felicità per sopportare tutto questo. Mi ci vorrei buttare dentro e rotolare all'infinito.
Non mi resta che osservare e riflettere sul mio grido interiore precipitando la parola in un composto: la scrittura. Suolo fertile e ricco di emozioni. 
È solo il mio suolo interiore arido e secco. E' il mio suolo pelvico, là sotto, chiuso e non più attento alle esigenze di donna. Lo sono ancora una donna? 
Il giorno in cui troverò il coraggio che tu, che mi leggi, mi chiedi di avere, userò quella scintilla per trasformare i rovesci in nuovi capitoli del mio destino. Non sono teorie che si imparano sui libri. 
Intanto fuggo al mare, sola con i miei due figli. La cura per ogni cosa è l'acqua salata: sudore, lacrime o il mare, dicono. Ed io spero sia vero.

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