ANSIA E INCONTINENZA

(Scritto dalla Dott.ssa Caterina Bertelli, psicologa)


L’incontinenza urinaria e fecale può provocare uno stato di malessere generalizzato nella persona che vive la problematica come mancanza di controllo sul proprio corpo. La conseguenza più immediata è di sentirsi inadeguata nei contesti sociali e viversi come malata, tanto da richiudersi in se stessa. Rinunciare alle opportunità che la vita può offrire come un viaggio, un nuovo lavoro, la presenza di un compagno/a, è la regola.
Spesso il disturbo si manifesta come conseguenza di un intervento chirurgico alla prostata per gli uomini e a disfunzioni del pavimento pelvico per le donne: vorrei però non addentrarmi nello specifico in questo articolo.
Ciò su cui vorrei focalizzarmi sono alcuni studi scientifici di questi ultimi dieci anni che hanno rilevato come l’incontinenza possa essere la conseguenza di uno stato emotivo quale l’ansia.
L’ansia in generale può essere definita come l’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia e da sintomi fisici di tensione.
A quante persone succede prima di un evento importante, prima di affrontare un esame, di aver bisogno di andare in bagno tante volte? Chi a fare la pipì e chi a fare la cacca. Talvolta lo stimolo è così impellente che la persona non riesce ad arrivare in tempo in bagno rischiando così di bagnarsi e/o sporcarsi. Non basta che si auto ripeta in continuazione che andrà tutto bene, il proprio corpo non ascolta, non obbedisce.
Questo ci dice quanto mente e corpo siano un tutt’uno. E qui ci addentriamo nella psicosomatica.
In generale si può dire che i sintomi psicosomatici coinvolgono il sistema nervoso autonomo e forniscono una risposta vegetativa a situazioni di disagio psichico o di stress (a cui accennavo precedentemente). Le emozioni negative, come la preoccupazione per eventi nuovi, sconosciuti, in cui magari si sa di essere al centro dell’attenzione, possono mantenere il sistema nervoso autonomo (sistema simpatico) in uno stato di eccitazione e il corpo in una condizione di emergenza continua, a volte anche per un tempo più lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare generando dei danni agli organi più deboli. La vescica ad esempio può essere un organo bersaglio. E in persone predisposte può portare all’incontinenza o peggiorarla. Per questo ritengo importante che la persona che si ritrova in quanto riportato, si confronti con un professionista quale può essere il medico di famiglia, il quale indicherà gli accertamenti e il percorso più adatto a favorire la soluzione del disagio sia psicologico con un percorso di psicoterapia, che fisico (ad esempio attraverso la riabilitazione del pavimento pelvico)
Vorrei citare infine che variabili, come fumo, alcool, obesità e bevande eccitanti come il caffè o il thé possono favorire indirettamente l’insorgenza di una incontinenza.

Fonte: (Debus, G., & Kästner, R. (2015). Psychosomatic Aspects of Urinary Incontinence in Women. Geburtshilfe Und Frauenheilkunde, 75(2), 165–169).

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