L'INCONTINENZA NON E' UNA MALATTIA?

Si ringrazia la dott.ssa Caterina Bertelli (foto sotto) per l'articolo sul nostro blog 


L’incontinenza, a seconda della causa che l’ha provocata, può presentarsi in un modo che si può definire "fastidio", tanto da non preoccupare eccessivamente, oppure, un problema gigantesco, in seguito ad un intervento chirurgico come alla prostata, o dopo un parto terribile, con lacerazioni di terzo grado, un neonato da accudire e la giovane età materna, o ancora, in seguito ad un incidente che causa un trauma importante.
Conoscerne la causa può aiutare, attraverso adeguate informazioni, a comprenderne le conseguenze almeno nell’immediato. Facilita l’accettazione dell’evento e del percorso di cura.
Non poter più decidere quando e dove espellere i propri bisogni fisiologici pone di fronte ad una domanda importante: chi sono io? 
Questo corpo che cambia fa si che non ci si riconosca più. Davanti a sé vi è un senso di vuoto, di perdita, che non si sa come riempire e se si può riempire.
Viene intaccata l’identità dell’individuo, quel vestito che si è cucito addosso nel corso degli anni e che lo rende ciò che è: persona simpatica piuttosto che solitaria, altruista, affidabile, rompiscatole, gran lavoratore e unico e riconoscibile. O persona affascinante, con stile, alla moda, chic.
Tutti comunicano anche attraverso il corpo. Esso è il biglietto da visita. Quando si è attratti da una persona cosa colpisce in primis? Il corpo, assieme a quel vestito di cui si parlava prima.
La persona incontinente si sente tradita dal proprio corpo ma non può sfuggirvi, vi è comunque legata. Assieme alle feci e alle urine è come se uscissero da sé in modo incontrollato i propri segreti più intimi, e il corpo si mettesse a nudo insieme all'anima. 
Le persone incontinenti hanno bisogno di ritrovare nuova fiducia e stima in sé stessi. Solo a questo punto, scaricando da sé sentimenti come tristezza e rabbia si potrà superare l’imbarazzo, la vergogna e si potrà interagire con altre persone.
Qual'è la fatica psicologica nel trovarsi in compagnia di altre persone?
Innanzitutto il senso di inadeguatezza, la preoccupazione su sé, sul voler apparire impeccabile, perfetti. Se ad accompagnare l’incontro con l’altro sarà il pensiero: “O caspita si vedrà che porto un pannolino, oppure si sentirà odore?"  non usciremo dalla paura del giudizio e ci allontaneremo dall'altro chiudendoci in un guscio di sofferenza.
Eppure sappiate che la condivisione dei propri vissuti allontana il senso di fallimento e ridà speranza. Gli altri non saranno più sentiti come estranei o giudici, ma persone con le loro storie di vita. E le storie degli altri, quelle simili alle nostre, nascondono un grande potere: quello di farci guarire dalla tristezza. L'incontinenza no, non è una malattia. E' una condizione che non abbiamo scelto ma si può stare meglio eccome. 

Parlami se vuoi, del tuo problema di incontinenza. Ti consiglierò cosa puoi fare. 

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