MEDICINA NARRATIVA, SOLO CHIACCHERE ?

Sarà il titolo del Convegno organizzato dalla Fondazione Altre parole (presidente Dott. Gaion) presso l'Auditorium Appiani di TReviso, domani 18 maggio 2018 dalle ore 9 alle ore 17.
Sono stata invitata alla tavola rotonda per parlare della mia esperienza nel campo della medicina narrativa con i miei pazienti stomizzati e incontinenti.
Dalle loro storie è nato un libro edito da Panda Edizioni, intitolato "Storie di Straordinaria Corsia", vincitore del 1° premio letterario Prunola 2017.
Prima di scrivere ho letto due tir di libri. Me lo ha suggerito uno scrittore che adoro, Mauro Corona.
E la penso come J.Salinger quando leggo un bellissimo libro. Vorrei che l'autore fosse il mio migliore amico, per telefonargli ogni volta. Potrei confrontarmi su quanto mi ha trasmesso e sul messaggio che ho recepito. Potrei chiedergli dove inizia la fantasia e dove finisce la verità, carpire i percorsi ispiratori.
La lettura ha il potere di teletrasportarti in altri mondi, contesti, scene, emozioni. E la scrittura può convincere, ferire, placare, incuriosire. Dipende dalle parole. La scrittura può anche curare sia chi legge, sia chi scrive.
E' stato questo il senso del mio libro. Far narrare il paziente, prendere appunti, con empatia capire i suoi sentimenti e traslare qualcosa di unico sulla carta, reale o virtuale, come in internet, inventato 9000 giorni fa. Può nascere qualcosa di struggente, inquietante, tragico o dolce, tenero.
Puoi scrollarti di dosso tutto mentre scrivi, diceva Anna Frank. I dolori possono scomparire, il coraggio rinascere. E così, se riesci a far dimenticare al lettore che ti stai servendo di parole per farlo stare bene, forse sei un vero artista della medicina narrativa.
Si cerca ispirazione prima di scrivere. Da una storia vera, da una lacrima, da una stretta particolare di mano o da un luogo, un posto nascosto, un profumo di bosco.
POi, si appoggiano frasi, si cambiano parole. Si scrivono di getto o si cancellano più volte.
Non sempre l'elaborato viene come vorresti. Allora lo lasci là, fermentare.
L'indomani lo riapri e lo rileggi. E potresti cancellare tutto o lasciare tutto. Sarà comunque il tuo capolavoro.

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