IL RUOLO DELL'INFERMIERA RIABILITATRICE

Questo post non vuole essere un clangore di pentole e coperchi contro i fisioterapisti, tutt'altro. Guai se mancassero. La riabilitazione è sempre stata loro prerogativa e tale deve rimanere se sono esperti d'incontinenza, ma non più a senso unico, bensì con la collaborazione delle ostetriche formate e degli infermieri specialisti in ambito perineale.
Perchè l'infermiera?
Perchè la nostra professione è coinvolta a pieno titolo nel cambiamento e ritengo che tale opportunità "non possa essere sprecata in decisioni che ipotecano il futuro guardando solo al passato". (frase di Barbara Mangiacavalli presidente Fnopi).
C'è tanto da fare, i pazienti sono tanti, gli specialisti pochi.
Il 22 Dicembre 2017 per noi 447.000 infermieri italiani è stata una data storica. Con il decreto Lorenzin nasce la Federazione Nazionale Ordine Professioni Infermieristiche FNOPI.
La nostra professione viene riconosciuta come professione intellettuale, con aumento dei controlli sui comportamenti deontologici. Ed è proprio l'art. 2 del codice deontologico (2009) che cita: "l'assistenza infermieristica si realizza attraverso interventi autonomi" e art. 6 "L'infermiere si impegna a tutelare la salute con attività anche di riabilitazione.
Ma l'infermiere specialista nella riabilitazione dell'incontinenza era già presente nella legge 34 del 2003 in cui l'articolo 5 prevede che nei centri chirurgici in cui venga trattata l'incontinenza, si istituisca un servizio riabilitativo gestito da personale medico e infermieristico specializzato in stomaterapia e uroriabilitazione (master I° livello Università di Padova).
Il concetto viene ribadito anche nelle linee di indirizzo regionali datate 24 gennaio 2017 decreto n.010.
L'alterazione del modello di eliminazione ovvero l'accertamento dell'incontinenza, può essere eseguito dall'infermiere al ricovero in ospedale, tra i dati anamnestici. O dall'infermiere della RSA o dal medico di famiglia/pediatra di famiglia. Questi ultimi hanno un ruolo centrale e primario nella rilevazione e diagnosi dell'incontinenza, in virtù del rapporto fiduciale e quindi confidenzialecol paziente.
L'operatore sanitario che entrerà a contatto con il paziente gli chiederà se utilizza pannolini assorbenti, quali e quanti. Analizzerà il tipo di incontinenza e se essa è complicata da infezioni, o se è di tipo neurologico. Valuterà l'entità delle perdite. Consiglierà il diario delle minzioni o delle defecazioni con gli episodi di incontinenza. Chiederà infine quanto il problema gli pesa, quanto alterata è la sua qualità di vita (1-10).
Se il paziente è in reparto di degenza, l'infermiere turnista potrà richiedere la consulenza dell'infermiere specialista (art. 13 cod deont.) o medica. Verrà mantenuto sempre l'equilibrio tra strutture e funzioni.
Il lavoro in equipe multidisciplinare diventa così il nuovo modello di sanità sicura, efficace, appropriata e sostenibile (DGR 1874 sui centri di riferimento regionale per l'incontinenza).
La visita specilistica infermieristica prevede l'accertamento dell'incontinenza, la raccolta di dati anamnestici, la consegna di materiale informativo, la consultazione della cartella clinica, l'esame obiettivo.
Ricordiamoci che nella riabilitazione del pavimento pelvico dobbiamo vedere la persona, non il malato.
Insieme all'esame obiettivo l'infermiere specialista effettuerà la palpazione dei muscoli pelvici, l'esame posturale globale (fisioterapista, fisiatra), rieducherà il paziente a livello comportamentale (scorrette abitudini vanno spiegate). Insegnerà esercizi, utilizzerà strumenti, altre tecniche. Darà supporto di counseling.
Sotto potete vedere la brochure ufficiale per il paziente incontinente.
se volete ricevere il PDF scrivetemi
guidolinfanni@gmail.com





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