PRIMA DELLA RICANALIZZAZIONE

Il paziente portatore di stomia temporanea (in particolare di un sacchetto sull'addome che raccoglie le feci), vive i mesi che precedono l'intervento come un supplizio, una condanna. In realtà tale periodo dovrebbe essere finalizzato alla ripresa di un buono stato di salute psico fisico, a rinforzare il pavimento pelvico con esercizi adeguati, a sottoporsi a indagini specifiche di valutazione degli sfinteri anali e a prepararsi psicologicamente alla futura condizione di "ricanalizzato". 
Come prima non si può ritornare. L'anatomia è stata stravolta, manca qualcosa e il posto di quel qualcosa (retto, parte di intestino, utero...) viene occupato da visceri e intestino rimasti.
Il clisma opaco (esame radiologico come nella foto sotto), consiste nell'introdurre del mezzo di contrasto (solitamente gastrografin) per via retrograda attraverso il canale anale. Tale sostanza liquida risulta opaca all'esame radiologico e mette in risalto il volume del colon, la presenza di eventuali fistole (gallerie), la presenza di restringimenti del passaggio.
Negli ospedali in cui lavoro, seguo direttamente il paziente in radiologia, accompagnandolo all'esecuzione del clisma con il radiologo. 
Il paziente in questione è portatore di una ileostomia laterale destra. Il cancro del retto e la radioterapia successiva abbinata alla chemioterapia, lo hanno costretto a mantenere la stomia per un anno e mezzo. 
Come potete osservare, il colon sinistro presenta sofferenza vascolare. E' aplastico, sottile, ha perso le haustrature. Il paziente rischierebbe l'occlusione intestinale una volta chiusa la stomia. 
Ora i chirurghi valuteranno se resecare il colon non funzionante e collegarlo al retto basso o convincere il paziente a tenere la stomia e a questo punto interverrei anch'io, in quanto enterostomista, con le mie valutazioni pelviche.
All'esplorazione anale digitale risulta difficile superare la catenella metallica anastomotica del precedente intervento (ovvero quella congiunzione tra il colon e il retto ottenuta dopo la resezione del retto interessato dal cancro). C'è quindi una stenosi, un restringimento e tale passaggio andrebbe allargato endoscopicamente. Altrimenti come potrà evacuare il paziente?
Con il mio dito infilato nel canale anale ho chiesto al paziente di stringere i muscoli sfinterici intorno al dito. La resezione bassa di tali muscoli ha reso inefficace ogni contrazione. Il paziente rischia l'incontinenza fecale dopo la chiusura della stomia e andrebbe eseguita una manometria ano rettale. Inoltre la radioterapia ha reso la mucosa così fragile che il dito guantato era tutto sporco di sangue. 
La presenza di diverticoli nel tratto terminale, porta a rischio ulteriore di perforazione di quel tratto intestinale. 
Il paziente ha deciso di mantenere la stomia piuttosto che rischiare tutti questi problemi. 
Le scelte devono sempre essere consapevoli. Fate domande, chiedete come sarà il dopo, non abbiate paura di esprimere i vostri dubbi.  

Fanni Guidolin
Stomaterapista 

Post più popolari