COME UN PUZZLE
(Di Caterina Bertelli, psicologa)
La nostra vita non è una finzione, è ogni giorno una scoperta, ogni giorno porta con sé un nuovo tassello di un puzzle che in realtà non vorremmo mai completare. Certo, siamo narcisisti ed egoisti, perché amiamo la nostra vita e guai se un intoppo, come può essere la malattia oncologica, ci fa scoprire di non essere immortali. Il puzzle potrebbe completarsi. Ma noi ancora respiriamo e abbiamo un sacco di cose da fare, persone che ci amano e ci aspettano ogni giorno. Perché allora lasciarsi vincere dalla malattia? Abbiamo bisogno di appigli che ci permettano di sperare, di desiderare, di dar spazio al pensiero che possiamo superare anche questo ostacolo. E con orgoglio metteremo un altro tassello sul nostro puzzle: sarà un sole che ci scalda, che ci illumina, che ci guida nel nostro cammino, con nuove anticipazioni rispetto al senso della vita. E non avremo vergogna a raccontarlo al vicino, all’amico ma anche allo sconosciuto che vediamo con sguardo perso nel vuoto, incredulo, rispetto al poter pensare di essere di nuovo una persona che può fare ciò che desidera. Si, la vita non è solo un dovere, ma è soprattutto un piacere che costruiamo noi.
E’ bello avere ai gruppi di auto aiuto persone che scherzano, sorridono, fanno dell’ironia rispettosa, aiutano a creare un clima di normalità. Non solo tristezza, rabbia e paura e sfiducia per qualcosa che nessuno avrebbe desiderato. Quando si dice gruppo si dice identità e può essere sentito come una famiglia dove non va tutto come si desidera, ma dove c’è possibilità di scoprire che ognuno ha qualcosa da offrire all’altro.