ALLA RICERCA DI ISPIRAZIONE IN GIRO PER LA MIA CITTA'

A Castelfranco oltre alle fosse intorno al castello, ci sono anche i canali. I nottambuli ospedalieri che fino a pochi anni fa entravano da Via Avenale, lo conoscono bene il viale, costeggiato da tanti polmoni verdi secolari. Anche se battuto dal vento e dalla pioggia, quel viale risulta sempre poetico, bello. Oggi questa zona, divenuta ingresso pedonale per i dipendenti ospedalieri e per i visitatori o pazienti, è punteggiata da automobili in fila indiana degli ultimi arrivati, che si mischiano a quelle dei residenti. Le auto, che d'estate cercano solo ombra e frescura al riparo delle fronde immense, disturbano la quiete e il canto di uccelli rari, là appollaiati, ma non corridori impavidi o amanti del running. D'altronde un fiume d'acqua che scorre placido all'interno di una cittadina non è cosa da poco e i castellani che adorano anche il footing, al primo pallido sole invadono gli argini armati di vettovaglie: una delle tante celebrazioni della joie de vivre che questa città ha stampata nel dna.
Passeggiando per gli argini dell'altro fiume castellano, il Muson dei Sassi, nelle sere d'estate si coglie proprio questo desiderio di felicità, anche se al posto dell'erba c'è un selciato polveroso. Sarebbe bello che potessero spuntare lungo il fiume, nuovi spazi per accogliere un pubblico variegato. Da baracchine ristoro aperte fino a notte fonda, nel silenzio assordante che solo i grilli e le rane spezzano, a panchine scolpite nei tronchi d'albero per godersi la pace dei sensi.
Osservare da un ponticello l'acqua che scivola via piano svuotando i bacini è un passatempo che consiglio, sicuramente più terapeutico di una visita dall'analista.
Non ci sono bistrot affacciati sul canale ma succitate atmosfere si creerebbero con alcuni tavolini in legno con boiserie coordinata in taluni spazi nei pressi dei ponti. Il viaggiatore può scorgere un punto ristoro in zona Loreggia, dopo Castelfranco, all'altezza del percorso Ostiglia.
La gita completa sul Muson vi trasporta tra le sponde punteggiate di platani e  castagni, ciliegi e acacie. Magari poter affittare un barchino per un giro in barca. Anche se il livello dell'acqua spesso è troppo basso e renderebbe impossibile la navigazione. E se siete esausti, sfiniti dalle camminate forzate del vostro giro turistico lungo i canali castellani, e magari tira anche un po' di vento, potrete solo sognare una caffetteria piena di specchi, stucchi e una memorabile vista sull'acqua. Non ci ha ancora pensato nessuno.

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