L'ANGOLO DELLA PSICOLOGA: la propensione ad aiutare gli altri
Nella nostra società
sempre più spesso individualista sembra non ci sia spazio ma soprattutto tempo,
per dedicarsi al prossimo.
Nel corso della storia
alcuni studiosi si sono occupati di questo argomento.
Hume, filosofo del XVIII
secolo, affermava che vi è nell’uomo un’innata esistenza dell’altruismo come
fonte di benessere per le persone. Riflettendo su questo, ho pensato ai
bambini. Quando sono piccoli sentono il bisogno di imitare gli adulti,
desiderano aiutarli nelle piccole attività quotidiane e lo fanno prima ancora
di sapere se poi vi sarà una ricompensa. Dal mio punto di vista è un gesto di
condivisione che diviene utile prima di tutto a loro stessi. Imparano a
conoscere "lo stare nella reciprocità" prima
ancora di un fare le cose “fatte bene”.
Titmuss, ricercatore
sociale nel suo libro “The Gift Relationship” si pone la domanda …. “Cosa
spinge gli individui moderni a donare anonimamente il proprio sangue a degli
sconosciuti?” Egli ritiene che questa
spinta venga dalle istituzioni sociali più che da una naturale tendenza delle
persone; ovvero sarebbe un apprendimento sociale e non un comportamento
spontaneo. A tal proposito mi chiedo se ciò può essere sufficiente a far
scattare il desiderio di aiutare chi sentiamo in difficoltà. Se così fosse nei
nostri gruppi forse le persone verrebbero solo per un breve periodo, il tempo
necessario per stare bene con se stessi. Ciò che invece fa sentire la necessità personale di stare nel gruppo è
secondo me quella che comunemente viene conosciuta come empatia, intesa come
conoscere lo stato d’animo degli altri, percepire ciò che gli altri sentono e
compatire le loro sofferenze. In una sola parola comprendere gli altri,
accogliere. Sul dizionario ho trovato come definizione di comprendere
intendersi sul piano spirituale, pratico e affettivo. Io credo che sia proprio
questo quello che succedere nei gruppi e che permette loro di essere linfa
vitale.
Il raccontare la propria
esperienza permette a se stessi di sentirsi utili agli altri, permette di
rivedere la propria con occhi nuovi, ed è un percorso di vita che viene
costruito, rimodellato incontro dopo incontro. Si parla di aspetti pratici ma
anche di emozioni e si da e si riceve amicizia.
La propensione ad aiutare
gli altri deriva da una propensione individuale che però quando incontra la
sofferenza spesso si amplia, ci fa sentire che siamo parte di un tutto e
che possiamo, e riusciamo a fare molto.
Ecco che il gruppo di
auto mutuo aiuto entra in questo modo di essere, e molte persone continuano a
partecipare come nuovi autori della loro vita, la malattia si sconfigge anche
aiutando il prossimo.
Dott.ssa Caterina Bertelli
psicologa
(conduce i gruppi di aiuto tra pazienti stomizzati e incontinenti insieme a Fanni Guidolin, stomaterapista)
nella foto sopra: gruppetti di pazienti fanno un lavoro proposto dalla Dott.ssa Bertelli