GIULIA, LA RAGAZZA DAL SORRISO AL GINSENG

Non puoi non notarla.
Al padiglione K, i distributori di bevande sono un luogo di ritrovo per noi dipendenti nei rari momenti di pause concesse, o prima di iniziare il turno di lavoro. 
Lei è quella ragazza con la maglietta gialla e il sorriso che ti carica, come il ginseng. 
Giulia lavora per la ditta di distributori ospedalieri di bevande e snack ed è diventata una mia carissima amica. Si divide tra il lavoro, i figli che ama, un marito paziente e una serie di amici dei figli che l'hanno adottata come mamma-cuoca-tuttofare, mamma-psicologa, zia-d'occorrenza, sorellona-casinara e chi più ne ha più ne metta. Basta sfogliare il suo profilo facebook per capire il mondo che la circonda. E' un mondo fatto di persone vere, semplici e dal cuore grande. 
Di caffè me ne intendo, sono una "caffeinomane" dipendente e in quei distributori ne trovi per tutti i gusti. Ma è quel sorriso energetico che mi cattura due volte a settimana, quando Giulia viene a rifocillare i dispositivi. E' calamitante, e non solo nei miei confronti. Caldo, e luminoso, come lo sguardo che indossa tutte le volte che la incontro. 
Terapeutico potrei dire. 
Non è una banalità iniziare bene la giornata. Due parole rubate al tempo incessante, un "buona giornata" o un "come va" conformati alla luce che il sole fa o meno entrare dalla finestra, un "ciao ci vediamo" a fine sorso di caffè, et voilà, l'umore cambia, come per magia.
A volte galleggiamo nel buio, sembriamo oggetti smontati che camminano come automi scricchiolanti, pensierosi e con lo sguardo appannato. Altre volte le fragilità dei nostri pazienti ci tolgono il respiro, facendoci apparire il mondo troppo piccolo o troppo grande per saperci collocare. E allora un caffè in compagnia anche di chi non conosci può davvero convincerti che la semplicità ti basta. E se poi a renderla tale c'è un sorriso al ginseng di una donna dal profumo esotico e tropicale, beh... ogni sensazione, fatta o meno d'istinto, diventa grandiosa.
E' il nostro piccolo regalo giornaliero.
Grazie Giulia.

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