MIA FIGLIA E' GUARITA
C'erano duecento candele in mezzo ai ramoscelli di pino che costeggiavano la passerella. Il cemento liscio e luicido del pavimento rifletteva lo scintillio delle fiamme.
Sul fondale, due poltrone in pelle marrone, stazionavano su una pelle di vacca. Tra loro, una vecchia porta centenaria in legno tarmato, dava alla scena una rappresentazione di un Natale in Baita. A far da padrone, di fronte, un bellissimo albero di Natale nei toni del bianco e verde, richiamava l'attenzione del pubblico appena entrava dalla porta.
Cento sedie in plastica verde scuro erano disposte in doppia fila lungo la corsia allestita per la sfilata e dall'alto, una serie di palline grandi e piccole color argento precipitavano sulla passerella sorrette solo da un filo trasparente.
"Mia figlia è quella con il maglione a righe blu e ocra, il berretto in lana color terra bruciata e gli stivali al ginocchio marroncini. Ha i capelli biondi, stirati a piastra, lucidi e folti. Ci sono voluti sette anni perchè ritornassero di questa lunghezza. Con le terapie li aveva persi tutti. La malattia a volte non lascia tregua, non ha pietà. Lo sanno bene le sue amiche quante lacrime hanno asciugato alla loro compagna di avventure".
La mamma aveva la voce rotta dalla commozione, il nodo in gola di chi ha convissuto con la paura di perdere una figlia e di chi è stata graziata dalla vita, che gliela ha ridata guarita.
Greta portava addosso l'abbronzatura interrottta dal bianco a forma di costume. I segni si notavano sulla schiena, quando è uscita con l'abito nero e argento, che sembrava cucitole addosso su misura, come un guanto.
Lei ha studiato moda, stile e portamento a Bologna. E il suo passo era inconfondibile. Ha scelto uno di quei corsi per i quali non daresti un euro, ma che si è rivelato una vera occasione per dimostrare la differenza in passerella.
E' partita per Bologna a diciott'anni quando si sentiva come un piccolo puntino in un mare di silenzio. Strascicava le scarpe, non stava sui tacchi.
Greta non sorride se deve sfilare, dà risalto all'abito con una camminata elegante e sobria, seria in volto. "Il pubblico deve guardare i vestiti non le modelle", ci sottolineava passandoci accanto e dando un tocco frettoloso sulla guancia alla mamma.
Eppure una tutina nera con pailettes indossata da Greta, appariva stupenda, decorosa, d'alta moda, lussuosa quasi, anche se costava solo venticinque euro. "E' chi la indossa che fa la differenza", biascicava la madre orgogliosa.
"Mia figlia è guarita e questa è la sua rivincita", aggiungeva con le lacrime che le rigavano il volto.
E mentre la stilista conduceva le prove generali, le ragazze si guardavano l'una con le altre, alla ricerca spasmodica di un difetto che non c'era. Erano tutte meravigliose, ma Greta brillava di più. Era vita pura.
Sul fondale, due poltrone in pelle marrone, stazionavano su una pelle di vacca. Tra loro, una vecchia porta centenaria in legno tarmato, dava alla scena una rappresentazione di un Natale in Baita. A far da padrone, di fronte, un bellissimo albero di Natale nei toni del bianco e verde, richiamava l'attenzione del pubblico appena entrava dalla porta.
Cento sedie in plastica verde scuro erano disposte in doppia fila lungo la corsia allestita per la sfilata e dall'alto, una serie di palline grandi e piccole color argento precipitavano sulla passerella sorrette solo da un filo trasparente.
"Mia figlia è quella con il maglione a righe blu e ocra, il berretto in lana color terra bruciata e gli stivali al ginocchio marroncini. Ha i capelli biondi, stirati a piastra, lucidi e folti. Ci sono voluti sette anni perchè ritornassero di questa lunghezza. Con le terapie li aveva persi tutti. La malattia a volte non lascia tregua, non ha pietà. Lo sanno bene le sue amiche quante lacrime hanno asciugato alla loro compagna di avventure".
La mamma aveva la voce rotta dalla commozione, il nodo in gola di chi ha convissuto con la paura di perdere una figlia e di chi è stata graziata dalla vita, che gliela ha ridata guarita.
Greta portava addosso l'abbronzatura interrottta dal bianco a forma di costume. I segni si notavano sulla schiena, quando è uscita con l'abito nero e argento, che sembrava cucitole addosso su misura, come un guanto.
Lei ha studiato moda, stile e portamento a Bologna. E il suo passo era inconfondibile. Ha scelto uno di quei corsi per i quali non daresti un euro, ma che si è rivelato una vera occasione per dimostrare la differenza in passerella.
E' partita per Bologna a diciott'anni quando si sentiva come un piccolo puntino in un mare di silenzio. Strascicava le scarpe, non stava sui tacchi.
Greta non sorride se deve sfilare, dà risalto all'abito con una camminata elegante e sobria, seria in volto. "Il pubblico deve guardare i vestiti non le modelle", ci sottolineava passandoci accanto e dando un tocco frettoloso sulla guancia alla mamma.
Eppure una tutina nera con pailettes indossata da Greta, appariva stupenda, decorosa, d'alta moda, lussuosa quasi, anche se costava solo venticinque euro. "E' chi la indossa che fa la differenza", biascicava la madre orgogliosa.
"Mia figlia è guarita e questa è la sua rivincita", aggiungeva con le lacrime che le rigavano il volto.
E mentre la stilista conduceva le prove generali, le ragazze si guardavano l'una con le altre, alla ricerca spasmodica di un difetto che non c'era. Erano tutte meravigliose, ma Greta brillava di più. Era vita pura.
Si ringrazia Noir Store di Arianna Rubin per la gentile concessione delle immagini e l'opportunità regalataci.