TALMENTE PRECISO DA LASCIARCI LE PENNE

Mario è un uomo preciso e scrupoloso. E' quello laggiù, curvo sotto il sole spietato che secca le spighe. Ha il volto abbrustolito ma non dirgli arrugginito, si offenderebbe a morte.
Se il medico gli prescrive un farmaco, stai sicuro che dopo due ore ha già letto tutto il bugiardino, navigato in internet alla ricerca del significato delle parole difficili e sfogliato almeno mille pagine dell'enciclopedia del sapere medico, quella che ha i volumi con la copertina in pelle intarsiata marrone, costata una cifra anni che furono.
Se lo vedi ancheggiare a passo lento, non è per l'età che avanza né per l'evidente sovrappeso o per inganno prospettico. Mario è convinto che così facendo ci si stressi meno. "Slow life" la descrive la sua vita.
Tiene rigorosamente i referti dei suoi esami in una cartellina con cento pagine plastificate. Tiene le ricevute dei pagamenti e i fogli prenotazioni, le impegnative scadute e le buste vuotate. Tiene tutto. Si sa mai che non ci sia qualche informazione necessaria a capire meglio. E anche se lo vedi leggere col cappello di feltro caricato sulla fronte fino a coprirgli gli occhi, lui ci vede benissimo.
Si sottopone ai controlli di screening, alle visite cardiologiche prefissate (è cardiopatico) e se in un referto degli esami ematici comparisse un asterisco solitario, beh, devi sapere che va letteralmente in panico. Non immaginavo che un asterisco potesse far palpitare tanto. Lancia sospiri insistiti e comincia con delle circonvoluzioni della casa. Non importa se il valore è appena appena sotto o appena sopra ai limiti, né se il medico gli dice di non preoccuparsi; lui deve capire il perché e come fare per "sistemarlo". Forse deve mangiare meno grassi o meno carne, meno zuccheri o bere di più, assumere più verdura e più frutta, meno vino. Ah no, quando si tratta di dieta Mario diventa inspiegabilmente sordo. Non può essere che le tre fette di tiramisù della sera prima abbiano causato un rialzo della glicemia. Dipende dal cortisone, scrivono in internet. Si ma lui il cortisone non l'ha mica preso!. E se l'emoglobina è tanta e i globuli rossi gonfi come palloni, non ammette di aver esagerato con la carne. Neanche per sogno. Figuratevi poi se il colesterolo è over the top, fuori dei limiti. Sostiene di avere quello buono alto e che un infarto non gli verrà mai.
E così fa il medico di se stesso, si cambia la terapia, si misura parametri che non contano. Finisce in ospedale con la tachicardia parossistica sopra ventricolare.
Colpa del medico che non si è aggiornato dice. "Col-pa del me-di-co?" Gli chiedo sillabando sconvolta.
Intanto però Mario quasi ci ha lasciato le penne. Lo hanno agganciato a cavi e cavetti, gli hanno scaricato la corrente elettrica e infilato una maschera di ossigeno con la morfina in pompa. E poi nuovi farmaci, nuove disposizioni, nuovi esami. E riabilitazione cardiologica subito.
Lo hanno dimesso dopo una settimana ed ha voluto dare una super festa per la sua resurrezione.
Sul tavolo però, troneggiava un tiramisù a quattro strati. Lo ha fatto lui, mi dice con infimo sorriso. Garantito. E con dodici uova di prima qualità.

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