SONO UNA DONNA FORTUNATA
Ringrazio Elisabetta per aver dato a tutti l'idea di un portafortuna...
La fortuna è una questione complicata e scivolosa ma io ho sempre cercato di propiziarmela.
La devi tenere d'occhio, urtarla, come diceva Macchiavelli. Sono molti i ricercatori universitari che hanno cominciato ad occuparsene. Parliamo di numeri. Il mio numero fortunato ad esempio è il 16 e questo numero, inciso in un portachiavi d'oro rosa, è il mio talismano. Troneggia dovunque io vada e questa mia infatuazione non si è mai sfilacciata.
Il 16 è stato il numero sull'elenco del registro di classe per tutte le scuole superiori. Sono andata bene. Ho studiato tanto e non ho mai dovuto recuperare materie. Lo imputavo a quel numero e non alla mia bravura. O meglio, ero brava perché ero fortunata. Ero fortunata ad avere il sedici e a non essere una ragazza acchiappanuvole.
Il 16 era nella pettorina dell'esame di danza classica alla Royal Ballet School di Londra. Presi un bel nove. Altissimo per una quattordicenne che dava un esame da diciottenne. Era merito di quel sedici secondo me. La performance era risultata tra le migliori dell'anno. Quando vidi il sedici impresso su quel pezzo di stoffa puntato sul body nero, non potevo crederci.
Mi sposai il giorno 16 gennaio di molti anni fa e, anche se il matrimonio è stato un fallimento, conobbi il mio attuale compagno il giorno 16 giugno.
Ma il 16 novembre è stato anche il giorno in cui mi sono laureata con il massimo dei voti, e il giorno in cui mi hanno consegnato la macchina nuova. La mia prima auto acquistata con i risparmi di una vita.
Il 16 luglio 2014 ho scoperto di avere il cancro. Mi hanno telefonato dal laboratorio dell'anatomia patologica. Attendevo il referto della biopsia da venti giorni. Era un giorno afoso con il cielo bianco e l'aria irrespirabile. Non avevo paura. Ero sicura che ce l'avrei fatta a superare la malattia e le cure. Io sono una donna fortunata.
Sono stata operata nei primi dieci giorni di agosto e dimessa guarda caso il 16 agosto. Ero tranquilla. Stranamente tranquilla. Avrei sotterrato tutto molto presto, sotto a spessi strati di oblio.
L'esame istologico parlava di cancro al seno con micro metastasi ad un solo linfonodo. Uno non sono cinque o venti. Una fortuna. Mi sottoposi alla chemioterapia e alle trentatré sedute di radioterapia.
Tutto bene. Sono passati tre anni e sto benissimo.
Nessun ricercatore può sostenere che in sé, i portafortuna accrescano le possibilità di successo ma alcuni esperimenti confermano che i portafortuna calmano la mente, attenuano l'ansia da prestazione e, a patto di crederci, regalano sicurezza, fiducia, guarigione.
Lo ha dimostrato lo studio sui giocatori di golf. Gli studiosi hanno consegnato delle palline ad un gruppo e delle palline "fortunate" ad un altro gruppo. Ovviamente tutti dovevano mandarle in buca, ma il gruppo con le palline fortunate è riuscito maggiormente.
Un altro esperimento è stato effettuato su un gruppo che doveva eseguire giochi di destrezza. Ad ogni persona del gruppo di confronto è stato detto "tengo le dita incrociate per te". Sono riusciti meglio nella prova.
La fortuna è quindi una questione mentale e non occorre legarla ad un particolare talismano. Se ti senti fortunata sarai più cortese, altruista tenace e scrupolosa. Sarai più estroversa, sorriderai due volte più spesso e guarderai più frequentemente gli altri negli occhi. Incontrerai più gente e manterrai i contatti. Quindi avrai occasione di imbatterti in più opportunità. E poi, come spiegano gli studiosi, il Dott. Wiseman in primis, se ti sentirai fortunata, sarai meno nevrotica, più rilassata, meno ansiosa. Sarai permeabile agli stimoli esterni e ai vantaggi inattesi. Ragionerai in termini di fortuna perfino in circostanze avverse. Ti sembreranno soffi freddi che ti fanno il solletico.
Guarirai più facilmente. Parola di Betty (e del Dott. Wiseman).
(Rita è una donna molto fortunata ma lei non lo sa...)
La fortuna è una questione complicata e scivolosa ma io ho sempre cercato di propiziarmela.
La devi tenere d'occhio, urtarla, come diceva Macchiavelli. Sono molti i ricercatori universitari che hanno cominciato ad occuparsene. Parliamo di numeri. Il mio numero fortunato ad esempio è il 16 e questo numero, inciso in un portachiavi d'oro rosa, è il mio talismano. Troneggia dovunque io vada e questa mia infatuazione non si è mai sfilacciata.
Il 16 è stato il numero sull'elenco del registro di classe per tutte le scuole superiori. Sono andata bene. Ho studiato tanto e non ho mai dovuto recuperare materie. Lo imputavo a quel numero e non alla mia bravura. O meglio, ero brava perché ero fortunata. Ero fortunata ad avere il sedici e a non essere una ragazza acchiappanuvole.
Il 16 era nella pettorina dell'esame di danza classica alla Royal Ballet School di Londra. Presi un bel nove. Altissimo per una quattordicenne che dava un esame da diciottenne. Era merito di quel sedici secondo me. La performance era risultata tra le migliori dell'anno. Quando vidi il sedici impresso su quel pezzo di stoffa puntato sul body nero, non potevo crederci.
Mi sposai il giorno 16 gennaio di molti anni fa e, anche se il matrimonio è stato un fallimento, conobbi il mio attuale compagno il giorno 16 giugno.
Ma il 16 novembre è stato anche il giorno in cui mi sono laureata con il massimo dei voti, e il giorno in cui mi hanno consegnato la macchina nuova. La mia prima auto acquistata con i risparmi di una vita.
Il 16 luglio 2014 ho scoperto di avere il cancro. Mi hanno telefonato dal laboratorio dell'anatomia patologica. Attendevo il referto della biopsia da venti giorni. Era un giorno afoso con il cielo bianco e l'aria irrespirabile. Non avevo paura. Ero sicura che ce l'avrei fatta a superare la malattia e le cure. Io sono una donna fortunata.
Sono stata operata nei primi dieci giorni di agosto e dimessa guarda caso il 16 agosto. Ero tranquilla. Stranamente tranquilla. Avrei sotterrato tutto molto presto, sotto a spessi strati di oblio.
L'esame istologico parlava di cancro al seno con micro metastasi ad un solo linfonodo. Uno non sono cinque o venti. Una fortuna. Mi sottoposi alla chemioterapia e alle trentatré sedute di radioterapia.
Tutto bene. Sono passati tre anni e sto benissimo.
Nessun ricercatore può sostenere che in sé, i portafortuna accrescano le possibilità di successo ma alcuni esperimenti confermano che i portafortuna calmano la mente, attenuano l'ansia da prestazione e, a patto di crederci, regalano sicurezza, fiducia, guarigione.
Lo ha dimostrato lo studio sui giocatori di golf. Gli studiosi hanno consegnato delle palline ad un gruppo e delle palline "fortunate" ad un altro gruppo. Ovviamente tutti dovevano mandarle in buca, ma il gruppo con le palline fortunate è riuscito maggiormente.
Un altro esperimento è stato effettuato su un gruppo che doveva eseguire giochi di destrezza. Ad ogni persona del gruppo di confronto è stato detto "tengo le dita incrociate per te". Sono riusciti meglio nella prova.
La fortuna è quindi una questione mentale e non occorre legarla ad un particolare talismano. Se ti senti fortunata sarai più cortese, altruista tenace e scrupolosa. Sarai più estroversa, sorriderai due volte più spesso e guarderai più frequentemente gli altri negli occhi. Incontrerai più gente e manterrai i contatti. Quindi avrai occasione di imbatterti in più opportunità. E poi, come spiegano gli studiosi, il Dott. Wiseman in primis, se ti sentirai fortunata, sarai meno nevrotica, più rilassata, meno ansiosa. Sarai permeabile agli stimoli esterni e ai vantaggi inattesi. Ragionerai in termini di fortuna perfino in circostanze avverse. Ti sembreranno soffi freddi che ti fanno il solletico.
Guarirai più facilmente. Parola di Betty (e del Dott. Wiseman).