DAL DIARIO DI UNA TERAPISTA DEL PERINEO: ODE AL PETTOLOTTO

Il linguaggio "semplice" utilizzato in questo post è stato volutamente cercato.

Lo dicono anche gli inglesi, con la loro BRISTOL STOOLE CHART , la tabella con i vari tipi di cacca, che il migliore dovrebbe essere tra il tipo 3 e il tipo 4.
Come una salsiccia ma con delle crepe sulla superficie oppure come una salsiccia o un serpente, più soffice e liscio.
Eppure sono molti i pazienti che si recano dalla terapista del perineo con serie difficoltà espulsive per le feci a palla dure come il cemento, con incontinenza a quei pezzi frastagliati (fluffy) e mollicci, per non parlare delle feci liquide o con difficoltà a far fuoriuscire delle feci morbide completamente.
C'è anche chi mi racconta di fughe al bagno a cento allora, pena una "sgommatina" (per usare il linguaggio dei pazienti) sullo slip appena inamidato.
Me li immagino alcuni, a torso nudo, la pelle lucida, tesa dallo sforzo delle spinte, e tutti i muscoli che guizzano, pavimento pelvico compreso. Che disastro.
La defecazione tormenta, e questo è un dato di fatto. Come tormenta Bruna, tutte le mattine. 
Lei, che nella scala mi segna il tipo 1, è costretta a farsi delle digitazioni. Niente a che vedere con la tecnica shiatsu. Bruna si preme il centro tendineo del perineo, tra la vagina e l'ano, per poter espellere. A volte introduce il pollice in vagina e preme verso il basso, sulla parete poteriore della vagina che è a contatto con il retto, per favorire l'uscita della massa fecale. Queste digitazioni creano un effetto espulsivo meccanico e una certa dipendenza dal gesto. Deleterie.
Il ponzamento forsennato per far uscire quei sassi incastrati, porta ancora più giù il piano perineale aumentando la lassità del pavimento pelvico. Muscoli addio.
"Bruna, deve aumentare i bicchieri d'acqua durante i pasti e assumere fibra solubile, che si scioglie nell'acqua", le dico. "Ciò aumenta la massa fecale e crea pressione espulsiva all'uscita. Aggiunga dell'olio misto per lubrificare le feci, e delle passeggiate tutti i giorni". (il movimento aumenta la peristalsi)
"STia attenta a non riempirsi di verdura che si aggomitola se non beve a sufficienza. Le fibre non solubili hanno bisogno di acqua per spingersi avanti se no bloccano la strada".
"Sul wc si sieda protesa in avanti con i gomiti appoggiati sulle ginocchia. Questo favorisce la rettilinizzazione del passaggio delle feci".

Dopo una settimana...

"Ode al pettolotto Fanni !, Mi sento una regina. La pancia si è sgonfiata e non ti nascondo la felicità nel vedere uscire dal mio fondoschiena un siluro mai visto"

Mi fa scoppiare in una risata fragorosa la mia paziente.

"Ma ora c'è un altro problema. Se esagero con le fibre e le feci diventano mollicce, non mi sento completamente svuotata. Spingo e mi sento tappata, e, ti dico la verità, questo senso di incompleto svuotamento mi capitava anche prima, con le feci dure". 

Si può gioire di un qualcosa e, allo stesso tempo, temerlo?. Capite quanto può incidere sulle giornate il parto di un "pettolotto" o di un ammasso di fanghiglia ?

L'ovvietà della mia risposta la potete anche immaginare: "Bruna cerchi di trovare la giusta dose di fibre solubili !. Non si tratta di farmaci dal dosaggio tassativo ma di integratori ad personam".

Ovviamente dopo aver appurato che non ci sia nulla di patologico con una visita proctologica che andrebbe sempre fatta prima di un percorso di riabilitazione del comparto posteriore, procedo a spiegare la teoria della fodera della manica della giacca (ovvero del prolasso mucoso). Si stima che il 50% della popolazione, abbia un prolasso mucoso occulto.

Immagini Bruna, che il suo retto sia come la manica di una giacca. All'interno , la mucosa rettale è come la fodera della manica della giacca. Tende a scivolare fuori se l'impatto con la mano che infila la manica è eccessivo ( = spinte eccessive per far uscire la cacca) . Tale scivolamento si chiama prolasso mucoso . Se lei spinge eccessivamente durante la defecazione, la fodera (mucosa)  scivola troppo verso l'uscita della manica (ano) , impedendo alla mano (feci) di passare. 
Questo ingombro, come può immaginare, lo può tentare di sistemare prendendo la manica, tirandola dalla parte della spalla e capovolgendola. E' un po' il principio degli esercizi che si insegnano per la defecazione ostruita. Ma se ciò dovesse verificarsi troppo spesso e lei non avesse voglia di fare gli esercizi costantemente, l'alternativa è quella chirurgica. 
Il problema della chirurgia è che spesso, il taglia e cuci di una parte di manica, può creare una cucitura che "tira", stretta, o ad effetto clessidra, che impedisce nuovamente il passaggio delle feci. 
E allora? 
La risposta ce l'ha. 
Fibre solubili che creano massa fecale, acqua ai pasti (4 bicchieri almeno), passeggiata quotidiana ed esercizi con il bacino sollevato rispetto al torace.
Ma la risposta al problema non si liquida con uno schiocco di dita.

Resta anche da considerare il problema dell'ipertono dello sfintere anale. La cacca c'è, la quotidianità c'è, la regolarità anche ma al passaggio ti colgono i sudori della morte. Il passaggio è troppo stretto che fare? Sicuramente una visita proctologica dove sentirete questo consiglio se non c'è nulla di patologico: dilatare. Con dilatatori appositi o apparecchi più specifici . 

Aggiungerei una piccola peretta di acqua tiepida (150 ml) se la defecazione è stata insoddisfacente ed escluderei per sempre le digitazioni. 
No ai lassativi a base di erbe che stimolano solamente la peristalsi (= i movimenti del colon che spingono avanti le feci) senza agire sulla fodera della manica (dove l'ingombro potrebbe comunque avvenire e voi non vi sentirete mai svuotate bene).
Ovviamente Bruna, se sono anni che assume lassativi a base di erbe, ne è già dipendente e il danno lo farebbe sospendendoli. Quindi aggiunga a questa abitudine scorretta ma ormai acquisita, quanto ha appreso. 


La mia formazione sul comparto perineale posteriore si è svolta presso L'université de Medecine de Geneve, grazie alla vincita di una borsa di studio messa in palio dal Comitato Borse di Studio per l'Oncologia Castelfranco Veneto (TV).
Fanni Guidolin 



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