A CACCIA DI IDEE

Oggi non ho nessuna voglia di fare la chemioterapia.
Sono scesa da letto con il piede sinistro, ho inforcato la ciabatta a rovescio e pestato la coda al gatto. Mi sono lavata i denti col dentifricio alla fragola, quello alla menta oggi non mi va, e non ho bevuto la mia solita limonata calda. Iniziare così è un cattivo presagio.
Ho deciso che supplicherò la dottoressa. Le chiederò pietà per una settimana e andrò a caccia di idee. 
Nell'ultimo controllo i valori del mio sangue erano in ordine come le pedine del domino. Tutti in fila regolari, nessuna punta, nessun deficit, marcatori ok, globuli bianchi striminziti ma presenti, rossi in caduta ma nei limiti, piastrine quante bastano per aiutarmi se mi taglio un dito affettando le zucchine trifolate. Ed io mi sento bene, stranamente bene, per essere al sesto ciclo di chemioterapia.
Nel percorso casa ospedale mi colpisce il meraviglioso campo di papaveri in fiore. Una coperta rossa ondeggiante sul frumento ancora verde, non l'avevo mai vista. Mamma si ferma nella piazzola di sosta. Decido di scattare una foto per Instangram catturando anche qualche nuvola arricciata. Il turbante che ho legato in testa copre eccessivamente le mie orecchie e non sento la brezza tormentare i miei timpani. Amo questa stagione. 
Risalgo in auto, mamma non ha nessuna fretta e capisce che questi sono momenti importanti. 
Prima di arrivare in centro la supplico di fermarci nella pasticceria del borgo. Voglio affogare nella nutella del croissant ancora caldo, leccarmi i baffi sporcati dal cappuccino e leggere il giornale. Voglio una vita normale, fatta anche di vizi e cattive abitudini. Non siamo mica perfetti no?
Alla cassa lascio le monetine del resto nella cassettina della Città della Speranza, speriamo trovino presto la cura per il cancro. Mamma mi precede ma solo per aprirmi la porta, il braccio destro è un po' gonfio e pesa. Siamo in ritardo ma chissenefrega penso, oggi non ho nessuna voglia di fare la chemioterapia ho detto. Passiamo per il centro dove le bancarelle del mercato rendono ancora più suggestiva questa giornata. "Mamma ci facciamo un giretto?". Lei asseconda il mio desiderio e parcheggia all'istante. Comperiamo l'avocado e le ciliegie al bancone della frutta, quattro paia di mutande in offerta e un vestitino fru fru a righe. Trovo anche la cintura in finta pelle che cercavo da tempo e una borsa in tessuto rosso che sognavo. Mamma si ferma a prendere delle rose bianche fresche e un pollo allo spiedo fumante per il pranzo. Io mi sento ricoperta di gioia infantile in un corto circuito di immagini.
Poi via di corsa, in fuga, con una smania frenetica che odio, mentre sogno una coda di cavallo ai capelli, che mi ondeggi sulle spalle. Eccoci in reparto in ritardissimo. 
C'è uno strano odore di etere, che non si usa più. Impregna le mie narici e nasconde il dolce profumo di brioche che avevo. Voglio andarmene mamma. 
La solita routine prevede gli esami del sangue, la visita medica con l'oncologo e lo spiattellamento nella poltrona per la chemio, tutta la mattinata. Oggi non mi va.
E così decido di impossessarmi del mio corpo e di non sottometterlo alla cura. Mamma mi convince almeno a fare gli esami e ad aspettare il parere dell'oncologo. La ascolto imbronciata con le braccia incrociate sul petto e il mento appiattito sul collo. Le movenze nervose di una adolescente.
"Gaia, gli esami sono perfetti", mi dice il medico. "Ci possiamo vedere la settimana prossima".
Me lo sentivo. Io sto bene. "Evvivaaaaaaaa !!!".
Allegra butto la testa all'indietro sollevando le braccia al cielo, anche quello pesantissimo.
Me ne vado a braccetto con mamma, sporcandola di baci che sanno ancora di nutella, fiera dei miei trentacinque anni. "Andiamo a caccia di idee mamma, c'è una mattinata intera ancora!".
Ci siamo infilate nella torre del castello sotto casa che mai abbiamo visitato prima di oggi. Abbiamo mangiato otto tramezzini in due al bistrot del centro e ci siamo perse nella profumeria dei portici a comperare saponette per tutte le amiche che mi sono vicine. Ah, con un bigliettino per ciascuna ovviamente,  in cui abbiamo scritto : *Godiamoci la vita con le piccole cose!*

So che la mia chemioterapia forse non finirà mai, e per questo non voglio reprimere alcun desiderio. Voglio che ogni giornata sia una caccia di idee, per dare un senso, a questi giorni che voleranno.
Il cancro dell'intestino con le metastasi al fegato è spesso controllabile con cure chemioterapiche che durano anni. Ed io non voglio perdermi le piccole cose che mi danno felicità. Mai.

scritta da Fanni Guidolin per Gaia G.


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