Tutto d'un fiato
Quando mi ha raccontato la sua storia, il figlio della mia paziente, tutta d'un fiato, non ho potuto fare a meno di pensare alla precarietà della vita e a quanto l'amore da solo, possa aiutare a non pensare, a non indugiare su piccoli dettagli futili e a non concentrare le forze in un unico punto.
Uova di cioccolato, ulivi benedetti, colombe farcite e, per chi crede, un Cristo risorto. O puoi scompigliare l'ordine e scegliere a cosa pensi per prima quando dici "Pasqua".
Io l'ho sempre associata al mio calvario. Si, come la via Crucis, con lo stesso dolore, lo stesso sangue, ma la stessa resurrezione.
Otto anni fa, nel giorno di Pasqua, correvo in macchina sulla statale del Santo, quella vecchia strada del graticolato romano che porta a Padova.
La musica accompagnava sempre le mie corse. Pompava a mille sulle casse dell'abitacolo.
Piovigginava come stasera, e faceva freddo, umido penetrava nelle ossa.
L'asfalto liscio, il cellulare in mano, un sorpasso azzardato, uscii di strada. Mi schiantai dritto sul guardrail e, del poi, non ricordo più nulla. Galleggiavo nel buio e sono vivo per miracolo.
Andavo a trovare la mia fidanzata. Avrei pranzato con i suoi genitori, aperto le uova di Pasqua per scoprire chissà quale sorpresa (come era solita farmi trovare), io le avrei dato il mio uovo con la mia sorpresa, avrei addentato la colomba farcita cucinata da mia suocera e l'avrei portata a fare un giro in centro. A Prato Della Valle puoi annusare l'aria alla ricerca di qualcosa che ti meravigli. Anch'essa può guidarti.
Le avrei così chiesto di sposarmi e aprendo l'uovo, avrebbe trovato l'anello che le avevo fatto fare.
Sono rimasto incastrato nell'auto talmente tanto tempo da perdere entrambe le gambe e da allora vivo costretto in una sedia a rotelle. Mi pianto un catetere quattro volte al giorno per urinare e vado di corpo con un clistere a giorni alterni. Se non riesco, vengo aiutato con delle manovre digitali. Guardando mia mamma e la sua stomia, quel sacchetto sulla pancia che raccoglie le feci, desidererei anch'io averla. E' così comoda!.
Mi aiuta ininterrottamente colei che è diventata mia moglie lo stesso anno del mio incidente. Angelo biondo dai capelli che profumano di cocco, non mi ha mai abbandonato in questo percorso indiavolato.
Finchè il cuore abita da solo non puoi capire.
Ma lei, lei mi guardò negli occhi, come se gli occhi potessero dove le parole non avevano consistenza. E nel silenzio più dilatato mi disse che non mi avrebbe mai lasciato.
Oggi sono l'uomo più felice al mondo, vivo giornate grandi come pianure illuminate dal sole e passo il tempo a consigliare in mille modi a tutti, di fare della loro irrequietezza una forza creativa.