La chemioterapia, un pigiama con l'orsetto e una mamma unica
Ringrazio Martina, conosciuta per caso grazie al mio blog, per avermi consentito di scrivere la sua storia...
Se facessero gli armadi solo con due ante stagionali, non avremmo noi donne, l'imbarazzo della scelta su cosa indossare per uscire. Dieci grucce per ogni anta sarebbero sufficienti, due paia di scarpe, un cappottino pass partout, l'inamidata camicia bianca all seasons (tutte le stagioni) e il gioco sarebbe fatto, sconti permettendo.
Oggi rimescolo gli appendini estraendone uno alla volta. Mi appoggio quella maglia sbiadita sotto al collo e stride con il mio colorito. La camicetta con le rouges tinta sabbia mi dà un'aria malsana. La lancio sul letto così com'è. Il vestito a righe? Ma perchè mai mi sono inventata di prendere le righe verticali che mi smagriscono ancora di più?. Lancio.
Oggi è il mio primo giorno di chemioterapia e non so come vestirmi. A dire il vero non sapevo nemmeno cosa fosse la chemioterapia prima di oggi.
La Rina, vicina di casa, faceva la chemio e ha perso tutti i capelli. Forse non ha più nemmeno il seno. Giorgio, lo zio di Marco, quello che non stava nemmeno seduto su una sedia di plastica da quanto cicciotto era, diceva di aver fatto le terapie ed è dimagrito ventinove chili. Nonna parlava delle chemio al plurale. Da giovane aveva avuto un tumore all'utero e dopo le chemio è guarita. Io dovrò fare sei cicli di citarabina e mitoxantrone, chemioterapia hanno detto. Potente. Ho la leucemia.
Vi starete chiedendo perchè tanti tentennamenti di fronte ad un armadio. Ci sono cose più importanti dei derelitti cassetti inzaccherati di pizzi e merletti. In realtà non lo so nemmeno io. Da quando sono malata di cancro ho una tremenda paura di morire e mi aggrappo ad ogni cosa che indosso investendola di un potere terapeutico guaritore. Le ballerine di finta pelle sono ancora nella scatola. Mai indossate, ma mi ricordano la zia Ketty. Erano le sue durante la gravidanza. Ora non ci entra nemmeno con le dita. Le hanno portato fortuna e la porteranno anche a me.
La mia tuta blu non ne può più del "togli e metti", "togli e metti", nè di girare in lavatrice. E' la mia prediletta. La strattono per il cappuccio e me la infilo sopra al pigiama con l'orsetto. Scelgo lei, tutta intera, e lascio sotto, il mio pigiama a fiori con l'orsetto sul petto. C'è una piccola tasca e lui sembra fare capolino curioso. Chiudo la cerniera. Non vorrei che mamma pensasse che sono ancora una bambina.
Oggi mi accompagnerà lei in ospedale.
Salgo in auto. E' un desiderio di coccole quello che mi assale e l'orsetto si specchia con me sullo specchietto retrovisore. Avvolgo le braccia intorno alla vita e mi accarezzo le guance guardandomi di sbieco. Il blu mi dona. Qualcosa di carino sta capitando alla mia faccia.
Mentre guida al rallentatore, mamma appoggia la sua mano sulla mia coscia.
"Andrà bene tesoro", mi rassicura.
E' così morbido il suo tocco. Mi regala anche un rapido bacino con lo schiocco, al semaforo, finchè aspettiamo il verde. Io mi lascio travolgere dalle sue attenzioni affettuose come se fossero un grande abbraccio in cui sciogliermi dentro. Scivolo sul sedile e abbasso lo schienale. Mi lascio inghiottire dal velluto.
Eccolo il parcheggio del day hospital, laggiù, davanti alla parete di mattoni sbrecciati. Mamma si mette a spina di pesce, chissà se riuscirò a prendere anch'io la patente quest'estate. Così non dovrò più disturbarla per il servizio taxi.
Camminiamo a braccetto, mi accarezza la testa, vorrei affondare il mio naso sul suo collo e sentire il suo profumo, come facevo da bambina. Lo faccio. Sfioro le mie ciglia sulla sua pelle morbida. Ondeggio con lei.
"Bello il pigiama che indossi", mi dice con un sorriso ruffiano mentre io mi rigiro una ciocca di capelli intorno al dito.
Accidenti se ne è accorta.
La mia mamma è unica.
"Essere positivi è un'attività molto potente e tu sei bravissima". Piango.
Con quel maglione ingombrante in materiale acrilico e rafia e un accento un pò strascicato mia mamma mi avvolge di coccole in un abbraccio lunghissimo.
"Non piangere Marty, io sarò sempre accanto a te".
E il sole mi appare più luminoso che mai.
Se facessero gli armadi solo con due ante stagionali, non avremmo noi donne, l'imbarazzo della scelta su cosa indossare per uscire. Dieci grucce per ogni anta sarebbero sufficienti, due paia di scarpe, un cappottino pass partout, l'inamidata camicia bianca all seasons (tutte le stagioni) e il gioco sarebbe fatto, sconti permettendo.
Oggi rimescolo gli appendini estraendone uno alla volta. Mi appoggio quella maglia sbiadita sotto al collo e stride con il mio colorito. La camicetta con le rouges tinta sabbia mi dà un'aria malsana. La lancio sul letto così com'è. Il vestito a righe? Ma perchè mai mi sono inventata di prendere le righe verticali che mi smagriscono ancora di più?. Lancio.
Oggi è il mio primo giorno di chemioterapia e non so come vestirmi. A dire il vero non sapevo nemmeno cosa fosse la chemioterapia prima di oggi.
La Rina, vicina di casa, faceva la chemio e ha perso tutti i capelli. Forse non ha più nemmeno il seno. Giorgio, lo zio di Marco, quello che non stava nemmeno seduto su una sedia di plastica da quanto cicciotto era, diceva di aver fatto le terapie ed è dimagrito ventinove chili. Nonna parlava delle chemio al plurale. Da giovane aveva avuto un tumore all'utero e dopo le chemio è guarita. Io dovrò fare sei cicli di citarabina e mitoxantrone, chemioterapia hanno detto. Potente. Ho la leucemia.
Vi starete chiedendo perchè tanti tentennamenti di fronte ad un armadio. Ci sono cose più importanti dei derelitti cassetti inzaccherati di pizzi e merletti. In realtà non lo so nemmeno io. Da quando sono malata di cancro ho una tremenda paura di morire e mi aggrappo ad ogni cosa che indosso investendola di un potere terapeutico guaritore. Le ballerine di finta pelle sono ancora nella scatola. Mai indossate, ma mi ricordano la zia Ketty. Erano le sue durante la gravidanza. Ora non ci entra nemmeno con le dita. Le hanno portato fortuna e la porteranno anche a me.
La mia tuta blu non ne può più del "togli e metti", "togli e metti", nè di girare in lavatrice. E' la mia prediletta. La strattono per il cappuccio e me la infilo sopra al pigiama con l'orsetto. Scelgo lei, tutta intera, e lascio sotto, il mio pigiama a fiori con l'orsetto sul petto. C'è una piccola tasca e lui sembra fare capolino curioso. Chiudo la cerniera. Non vorrei che mamma pensasse che sono ancora una bambina.
Oggi mi accompagnerà lei in ospedale.
Salgo in auto. E' un desiderio di coccole quello che mi assale e l'orsetto si specchia con me sullo specchietto retrovisore. Avvolgo le braccia intorno alla vita e mi accarezzo le guance guardandomi di sbieco. Il blu mi dona. Qualcosa di carino sta capitando alla mia faccia.
Mentre guida al rallentatore, mamma appoggia la sua mano sulla mia coscia.
"Andrà bene tesoro", mi rassicura.
E' così morbido il suo tocco. Mi regala anche un rapido bacino con lo schiocco, al semaforo, finchè aspettiamo il verde. Io mi lascio travolgere dalle sue attenzioni affettuose come se fossero un grande abbraccio in cui sciogliermi dentro. Scivolo sul sedile e abbasso lo schienale. Mi lascio inghiottire dal velluto.
Eccolo il parcheggio del day hospital, laggiù, davanti alla parete di mattoni sbrecciati. Mamma si mette a spina di pesce, chissà se riuscirò a prendere anch'io la patente quest'estate. Così non dovrò più disturbarla per il servizio taxi.
Camminiamo a braccetto, mi accarezza la testa, vorrei affondare il mio naso sul suo collo e sentire il suo profumo, come facevo da bambina. Lo faccio. Sfioro le mie ciglia sulla sua pelle morbida. Ondeggio con lei.
"Bello il pigiama che indossi", mi dice con un sorriso ruffiano mentre io mi rigiro una ciocca di capelli intorno al dito.
Accidenti se ne è accorta.
La mia mamma è unica.
"Essere positivi è un'attività molto potente e tu sei bravissima". Piango.
Con quel maglione ingombrante in materiale acrilico e rafia e un accento un pò strascicato mia mamma mi avvolge di coccole in un abbraccio lunghissimo.
"Non piangere Marty, io sarò sempre accanto a te".
E il sole mi appare più luminoso che mai.