Ho un sacchetto sulla pancia. E poi?
Sei stomizzato o stai per diventarlo?
Il percorso che ti aspetta sarà duro all'inizio ma poi ti accorgerai che la stomia non è un ostacolo. Bisogna solo capire come rimodulare la vita. Ed io, che sono un'enterostomista, so bene cosa provano i miei pazienti all'inizio. Rabbia, rifiuto, talvolta depressione.
Un sacchetto sulla pancia va svuotato tre o quattro volte al giorno (solitamente se ti verrà confezionato alla destra dell'addome) o sostituito in toto una o due volte al giorno (se te lo confezioneranno a sinistra dell'addome). Molte persone pensano che chi è portatore di un sacchetto (stomia) abbia le feci sulla pancia in ogni istante. Non è così. Ti potrai cambiare e pulire, e sentirti in ordine ogni volta che ti sembrerà di non esserlo. Ed esistono bustine addensanti, per le feci liquide, gocce profumanti, polveri e oli che attutiscono i rumori e gli odori.
Potrai fare la doccia, il bagno, andare al mare, in piscina, con o senza sacchettino, magari solo con un cerotto sulla stomia. Potrai fare sesso o praticare uno sport. Potrai lavorare, andare in bici, in moto, in aereo. E correre, potrai correre sull'argine di un fiume, senza problemi.
Può darsi che la stomia che porterai o che stai portando, sia temporanea.
In tal caso devi fare al chirurgo la seguente domanda: "caro dottore, tornerò come prima dopo l'intervento di ricanalizzazione?". La risposta è no. O Forse. Tra mesi, o anni. E su quel "forse" non puoi farti illusioni. Tu hai diritto a stare bene. Ed è quel "forse" che ti deve orientare a capire meglio la tua malattia, l'intervento subito e le domande che potrai fare agli esperti. Poi a te la scelta, il rischio, consapevole e pensato. A te le riflessioni e i confronti. Ma attento, ogni corpo umano risponde diversamente allo stress di un intervento chirurgico e ai tentativi di cicatrizzazione. Colpevolizzare il chirurgo può portarti solo malumore e rimpianti. E non ti farà bene.
L'intestino ha subito l'asportazione di un pezzo e l'anatomia è sconvolta. Le cicatrici interne, le anastomosi (congiunzioni tra una parte e l'altra dell'intestino) dovranno lasciar muovere bene il tuo intestino. Spesso però si formano molte aderenze, che impediscono la mobilità del colon oppure le anastomosi diventano stretti passaggi per le feci, ad effetto clessidra, con il rischio di occlusione, blocco. Altre volte, se la resezione intestinale ha compromesso gli sfinteri, potresti soffrire di incontinenza alle feci o ai gas. Infine, se gli sfinteri sono intatti ma ti manca una parte o tutto il retto, che funzionava da serbatoio, all'arrivo di pochissime feci, sentirai l'impellenza di correre in bagno anche dieci o quindici volte al giorno.
Di questo devi essere informato poichè esistono esami strumentali da fare prima dell'intervento che ti consentono di capire come sarà la tua vita dopo la chiusura della stomia. E' il chirurgo che deve indirizzarti allo specialista proctologo o radiologo per le indagini, alla terapista del pavimento pelvico per la ginnastica di rinforzo e i consigli comportamentali, all'enterostomista per tutto questo.
Il percorso che ti aspetta sarà duro all'inizio ma poi ti accorgerai che la stomia non è un ostacolo. Bisogna solo capire come rimodulare la vita. Ed io, che sono un'enterostomista, so bene cosa provano i miei pazienti all'inizio. Rabbia, rifiuto, talvolta depressione.
Un sacchetto sulla pancia va svuotato tre o quattro volte al giorno (solitamente se ti verrà confezionato alla destra dell'addome) o sostituito in toto una o due volte al giorno (se te lo confezioneranno a sinistra dell'addome). Molte persone pensano che chi è portatore di un sacchetto (stomia) abbia le feci sulla pancia in ogni istante. Non è così. Ti potrai cambiare e pulire, e sentirti in ordine ogni volta che ti sembrerà di non esserlo. Ed esistono bustine addensanti, per le feci liquide, gocce profumanti, polveri e oli che attutiscono i rumori e gli odori.
Potrai fare la doccia, il bagno, andare al mare, in piscina, con o senza sacchettino, magari solo con un cerotto sulla stomia. Potrai fare sesso o praticare uno sport. Potrai lavorare, andare in bici, in moto, in aereo. E correre, potrai correre sull'argine di un fiume, senza problemi.
Può darsi che la stomia che porterai o che stai portando, sia temporanea.
In tal caso devi fare al chirurgo la seguente domanda: "caro dottore, tornerò come prima dopo l'intervento di ricanalizzazione?". La risposta è no. O Forse. Tra mesi, o anni. E su quel "forse" non puoi farti illusioni. Tu hai diritto a stare bene. Ed è quel "forse" che ti deve orientare a capire meglio la tua malattia, l'intervento subito e le domande che potrai fare agli esperti. Poi a te la scelta, il rischio, consapevole e pensato. A te le riflessioni e i confronti. Ma attento, ogni corpo umano risponde diversamente allo stress di un intervento chirurgico e ai tentativi di cicatrizzazione. Colpevolizzare il chirurgo può portarti solo malumore e rimpianti. E non ti farà bene.
L'intestino ha subito l'asportazione di un pezzo e l'anatomia è sconvolta. Le cicatrici interne, le anastomosi (congiunzioni tra una parte e l'altra dell'intestino) dovranno lasciar muovere bene il tuo intestino. Spesso però si formano molte aderenze, che impediscono la mobilità del colon oppure le anastomosi diventano stretti passaggi per le feci, ad effetto clessidra, con il rischio di occlusione, blocco. Altre volte, se la resezione intestinale ha compromesso gli sfinteri, potresti soffrire di incontinenza alle feci o ai gas. Infine, se gli sfinteri sono intatti ma ti manca una parte o tutto il retto, che funzionava da serbatoio, all'arrivo di pochissime feci, sentirai l'impellenza di correre in bagno anche dieci o quindici volte al giorno.
Di questo devi essere informato poichè esistono esami strumentali da fare prima dell'intervento che ti consentono di capire come sarà la tua vita dopo la chiusura della stomia. E' il chirurgo che deve indirizzarti allo specialista proctologo o radiologo per le indagini, alla terapista del pavimento pelvico per la ginnastica di rinforzo e i consigli comportamentali, all'enterostomista per tutto questo.