Dal diario di una terapista del perineo: rinforziamo il pavimento pelvico camminando correttamente

Oggi, la giornata di sole mi cattura. L'aria calda, dell'estate torrida che ci aspetta, quella densa come il brodo, non sembra appartenere a questo paesaggio.
Vado lungo l'argine del fiume Muson dei Sassi, in direzione Castelfranco Veneto, la mia bellissima città in provincia di Treviso. Abitando in periferia e in aperta campagna, lo spettacolo è sempre esilarante.
Naturalmente osservo chiunque mi passi accanto, sorpassandomi, precedendomi o affiancandomi. La scusa di uno scatto fotografico mi fa anche camminare all'indietro e posso scrutare chi sta dietro di me.
C'è una tizia con i pantaloncini rossi cortissimi che saltella a tempo di musica. Sembra me, quando d'estate, con le cuffiette alle orecchie, mi diverto ad adattare il passo al raegaton sparato a tutto volume. Non che non si possa saltellare, ma lo sappiamo bene che il pavimento pelvico non ama eccessive sollecitazioni. E' possibile farlo se non hai mai partorito, e mai in caso di prolasso degli organi pelvici. Oppure, adattando al salto una contrazione massima dei muscoli vaginali. Ma serve un allenamento preventivo.

Mi sorpassa una coppia di amiche. Una delle due ha una spalla più bassa dell'altra. L'amica inclina il collo verso destra, come se i muscoli fossero accorciati, e parla agitando le braccia, con gesti bruschi, come per tagliare l'aria a fette. Quella con le spalle asimmetriche tiene il mento sporgente in avanti, verso il torace e la sua colonna cervicale appare davvero cifotica. Sembra dotata di una gobba poco piacevole, ma si tratta solo un atteggiamento posturale scorretto. L'amica, fa poi oscillare le braccia lungo il corpo piuttosto che mantenerle piegate, con i gomiti vicini al busto. Dovrebbe aprire le scapole e le spalle chiuse sul petto, a riccio.  Una riabilitazione posturale integrata ci vorrebbe proprio. Il pavimento pelvico soffre sotto al busto accartocciato della prima e soffre compresso da una chiusura posturale delle spalle, nella seconda. Anche il respiro è compromesso perchè il diaframma è bloccato nella sua escursione.

Una signora sui settanta cammina con i piedi torti e le ginocchia valghe nella sua placida serenità. A tratti va zigzagando. Ma quando la linea rotula-tibia-collo del piede non è retta, il perineo è sempre in apertura. E un perineo in apertura significa maggiore rischio di prolasso e di incontinenza urinaria. Basterebbe una piccola attenzione al passo, uno sguardo ai propri piedi, la consapevolezza della giusta camminata, per migliorare.

Mi giro di centottanta gradi e cammino all'indietro come i gamberi. Tra l'altro questo tipo di camminata aiuta moltissimo il perineo a stabilizzarsi e a rinforzarsi poichè costringe a spostare il baricentro. I fili d'erba del ciglio mi solleticano i polpacci. Il sole mi scalda il volto raffreddato dalla brezza fredda che giunge da nord.
Mi accorgo di una donna sulla quarantina che cammina con passo andante. Tiene le braccia corrette, piegate sui gomiti, avvicinate al busto. Ha la schiena dritta. Sembra una camminata perfetta. Lascio che mi sorpassi. Ha il respiro rapido, l'espressione un po' tirata, il passo regolare, soldatesco quasi, mi attira. Indossa un paio di leggings neri, aderenti. Osservo i glutei. Ahimè, ci è seduta sopra. Non contrae il gluteo corrispondente ad ogni passo ed è come se le sue vertebre fossero schiacciate sul tratto lombare. Accelero il mio passo per osservarla meglio. Non mi sbaglio. Peccato. Pelvic floor training demolitore. Magari potesse leggere questo questo post...






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