Anche la poesia ha un potere terapeutico
Sono parole che pesano nel profondo del cuore quelle scritte da Michele Izzo, Infermiere specializzato e vice coordinatore di una unità operativa.
Lasciano il segno, perchè quando ad un infermiere, con più di vent'anni di esperienza, dai una penna in mano, vi lascio immaginare che opera meravigliosa possa uscirne.
Michele è una presenza forte e concreta nel suo reparto. Preciso nei compiti che gli vengono affidati, mostra due lati caratteriali celati nella stessa personalità. A prima vista potrebbe sembrare strano trovare quella sensibilità che traspare nelle sue poesie. E questo dimostra quanto i ruoli lavorativi spesso, richiedano uno sforzo che cela il tuo vero "io". Mi appare imbronciato a volte, ma è solo concentrato. Se lo fissi, negli occhi tondi e piccoli, leggi solo bontà.
Tra rigidità e rigore, nel lavoro di coordinamento di un'equipe medico infermieristica, sembra non possa esistere il pensiero creativo. Invece Michele ha trovato il modo di collocarci le sue poesie, perchè il rigore orienta, esalta e dà consistenza al lavoro e la poesia, che è diametralmente opposta, smonta gli schemi e completa emotivamente, soprattutto quando è curativa, come tutte le forme d'arte.
Lui scrive poesie da anni ed ha vinto anche qualche concorso con i suoi manoscritti. Credo che se fosse nato nel rinascimento, sarebbe un poeta di fama internazionale. Purtroppo oggi si legge poco e da quel poco, si cerca sempre più una letteratura che dia spunti, idee, guarigioni, nonostante le poesie siano a volte molto più seduttive.
Michele prende ispirazione dagli incontri con la natura, con l'arte e le bellezze artistiche e culturali della nostra Italia. E lo sa bene lui che "incontrarsi, fa nascere le idee".
Alla conferenza intitolata "Cancro e Bellezza" tenutasi sabato 25 marzo 2017 presso la sala convegni della biblioteca di Montebelluna, la poesia di Michele ha chiuso la mattinata.
Recitata da un'amica (Barbara Rivieri) e trasmessa al pubblico attraverso un video sulle note di Ezio Bosso, ha permesso al pubblico di assaporare il valore curativo delle parole. Vi assicuro che ho provato i brividi lungo la schiena.
"La regola della Bellezza" non è solo una poesia. E' un'esperienza di vita e di malattia descritta attraverso la metafora della natura: la precarietà della vita, insita in quel fiore dallo stelo esile bagnato dalla luce del mattino; gli affetti che riempiono il cuore, come le nuvole nel cielo, bianche e soffici; quel mare del sud, di un blu cobalto, che Michele Izzo conosce bene. Quel mare che lambisce la sua terra natale, la Campania.
E se quel mare un tale giorno di burrasca, come nella malattia, dovesse infrangersi con le sue onde sugli scogli, non distruggerà lo stelo di quell'esile fiore dalle lunghe radici. Perchè l'essere umano, come quel fiore, saprà lottare per la vita e per la bellezza. Lo dice la regola. Quel mare lo bagnerà e lo piegherà ma un altro bocciolo sarà pronto a rinascere, dalle stesse radici, più forte di prima, baciato dal sole e dalle nuvole, e dal cielo azzurro, oltre che da quello stesso mare tremendo che oggi, anche col buio, appare una immensa lastra turchese, liscia e avvolgente, illuminata dalla splendida luna.
Lasciano il segno, perchè quando ad un infermiere, con più di vent'anni di esperienza, dai una penna in mano, vi lascio immaginare che opera meravigliosa possa uscirne.
Michele è una presenza forte e concreta nel suo reparto. Preciso nei compiti che gli vengono affidati, mostra due lati caratteriali celati nella stessa personalità. A prima vista potrebbe sembrare strano trovare quella sensibilità che traspare nelle sue poesie. E questo dimostra quanto i ruoli lavorativi spesso, richiedano uno sforzo che cela il tuo vero "io". Mi appare imbronciato a volte, ma è solo concentrato. Se lo fissi, negli occhi tondi e piccoli, leggi solo bontà.
Tra rigidità e rigore, nel lavoro di coordinamento di un'equipe medico infermieristica, sembra non possa esistere il pensiero creativo. Invece Michele ha trovato il modo di collocarci le sue poesie, perchè il rigore orienta, esalta e dà consistenza al lavoro e la poesia, che è diametralmente opposta, smonta gli schemi e completa emotivamente, soprattutto quando è curativa, come tutte le forme d'arte.
Lui scrive poesie da anni ed ha vinto anche qualche concorso con i suoi manoscritti. Credo che se fosse nato nel rinascimento, sarebbe un poeta di fama internazionale. Purtroppo oggi si legge poco e da quel poco, si cerca sempre più una letteratura che dia spunti, idee, guarigioni, nonostante le poesie siano a volte molto più seduttive.
Michele prende ispirazione dagli incontri con la natura, con l'arte e le bellezze artistiche e culturali della nostra Italia. E lo sa bene lui che "incontrarsi, fa nascere le idee".
Alla conferenza intitolata "Cancro e Bellezza" tenutasi sabato 25 marzo 2017 presso la sala convegni della biblioteca di Montebelluna, la poesia di Michele ha chiuso la mattinata.
Recitata da un'amica (Barbara Rivieri) e trasmessa al pubblico attraverso un video sulle note di Ezio Bosso, ha permesso al pubblico di assaporare il valore curativo delle parole. Vi assicuro che ho provato i brividi lungo la schiena.
"La regola della Bellezza" non è solo una poesia. E' un'esperienza di vita e di malattia descritta attraverso la metafora della natura: la precarietà della vita, insita in quel fiore dallo stelo esile bagnato dalla luce del mattino; gli affetti che riempiono il cuore, come le nuvole nel cielo, bianche e soffici; quel mare del sud, di un blu cobalto, che Michele Izzo conosce bene. Quel mare che lambisce la sua terra natale, la Campania.
E se quel mare un tale giorno di burrasca, come nella malattia, dovesse infrangersi con le sue onde sugli scogli, non distruggerà lo stelo di quell'esile fiore dalle lunghe radici. Perchè l'essere umano, come quel fiore, saprà lottare per la vita e per la bellezza. Lo dice la regola. Quel mare lo bagnerà e lo piegherà ma un altro bocciolo sarà pronto a rinascere, dalle stesse radici, più forte di prima, baciato dal sole e dalle nuvole, e dal cielo azzurro, oltre che da quello stesso mare tremendo che oggi, anche col buio, appare una immensa lastra turchese, liscia e avvolgente, illuminata dalla splendida luna.
La
regola della bellezza
La
bellezza
la
incontro ogni giorno.
È
nella grazia di un fiore
che
sul suo esile stelo
accoglie
ogni filo di luce
del
mattino.
È
in una nuvola
che
sboccia all’orizzonte
e
silenziosa scivola
accarezzando
l’aria.
È
nel battito
di
un’onda del mare
che
vive del fascino
riflesso
del cielo
e
profuma di rive lontane.
E
non basterà
un
giorno di burrasca
a
strappare il fiore
al
suo giaciglio
resterà
il talamo canuto
a
ribollire ancora dell’odore.
Piangerà
briciole di stelle
la
nuvola canora
e
tornerà la vita
con
un tenero bocciolo.
E
il mare?
Dopo
la bufera
baciato
dalla luna
l’immensa
distesa
resta
una lastra turchese.
Anche
col buio.
(Michele
Izzo)