MEDICINA NARRATIVA. ECCO COSA SONO LE STORIE CHE SCRIVO SUI PAZIENTI CHE ASSISTO
Con i racconti che scrivo, vorrei promuovere alcuni valori che non sono sempre sincroni alle evoluzioni delle tecniche e delle tecnologie mediche. Tali valori, dai sapori arcaici e a volte impolverati, vorrei viaggiassero a velocità supersonica per entrare come una freccia nel bersaglio delle guarigioni. Sono l'empatia, la solidarietà, il confronto attivo, l'amore, la compassione e possono uscire dalle sofferenze dolorose, con il sapore delle cose più preziose che uno abbia mai mai assaggiato.
Perchè quando la sofferenza viene inserita in racconti reali e diventa condivisibile, si trasforma in risorsa.
Mi trova dalla sua parte Rita Charon, promotrice della cosiddetta medicina narrativa , e tale vuole essere la mia.
I miei pazienti diventano protagonisti della cura. Raccontandosi, mettono in luce nuove tecniche e protocolli di guarigione. E' vero, sono io che scrivo, muovo la penna e creo l'opera. Ma il contenuto, le emozioni, le sensazioni sono loro, appartengono al loro vissuto. Voi le leggete attraverso l'inchiostro, le frasi appoggiate piano sulla carta o premute con forza. Voi leggete i punti e le virgole, vi fermate sulle descrizioni, sulle foto che io ho fatto con i miei occhi e che prendono forma in ghirigori dette frasi e in un mare di lettere. I pazienti si lasciano semplicemente esistere mentre io assaporo il profondo, assoluto piacere, di essere là vicino a loro.
Qualcuno la definisce storytelling la metodologia che utilizzo. Ed è vero fintanto che ogni racconto rappresenta la svolta per produrre azioni e cambiamenti. E' l'obiettivo. Il lettore deve sentirsi un tutt'uno con il protagonista della storia. Può emozionarsi e scavare nel proprio vissuto alla ricerca di similitudini e frammenti anche solo poco uguali. Si sentirà così parte di un unico mondo e compreso.
Strumento di comunicazione delle esperienze e quindi delle emozioni, la medicina narrativa è una medicina che cura. E' per questo che ci credo fermamente e che continuo a scrivere.
Perchè quando la sofferenza viene inserita in racconti reali e diventa condivisibile, si trasforma in risorsa.
“La Medicina Narrativa fortifica la pratica clinica con la competenza narrativa per riconoscere, assorbire, metabolizzare, interpretare ed essere sensibilizzati dalle storie della malattia: aiuta medici, infermieri, operatori sociali e terapisti a migliorare l’efficacia di cura attraverso lo sviluppo della capacità di attenzione, riflessioni, rappresentazione e affiliazione con i pazienti e i colleghi.“
(Rita Charon)
Mi trova dalla sua parte Rita Charon, promotrice della cosiddetta medicina narrativa , e tale vuole essere la mia.
I miei pazienti diventano protagonisti della cura. Raccontandosi, mettono in luce nuove tecniche e protocolli di guarigione. E' vero, sono io che scrivo, muovo la penna e creo l'opera. Ma il contenuto, le emozioni, le sensazioni sono loro, appartengono al loro vissuto. Voi le leggete attraverso l'inchiostro, le frasi appoggiate piano sulla carta o premute con forza. Voi leggete i punti e le virgole, vi fermate sulle descrizioni, sulle foto che io ho fatto con i miei occhi e che prendono forma in ghirigori dette frasi e in un mare di lettere. I pazienti si lasciano semplicemente esistere mentre io assaporo il profondo, assoluto piacere, di essere là vicino a loro.
Qualcuno la definisce storytelling la metodologia che utilizzo. Ed è vero fintanto che ogni racconto rappresenta la svolta per produrre azioni e cambiamenti. E' l'obiettivo. Il lettore deve sentirsi un tutt'uno con il protagonista della storia. Può emozionarsi e scavare nel proprio vissuto alla ricerca di similitudini e frammenti anche solo poco uguali. Si sentirà così parte di un unico mondo e compreso.
Strumento di comunicazione delle esperienze e quindi delle emozioni, la medicina narrativa è una medicina che cura. E' per questo che ci credo fermamente e che continuo a scrivere.