Vi spiego perchè le donne (non) fanno gli esercizi per il pavimento pelvico
Grazie Erica per avermi consentito di spiegarlo !
L'imbottitura floreale di una vecchia sdraio fa da cornice alla scenetta familiare che vi voglio raccontare.
Sono apparentemente immobile stesa a terra, su di essa. Il mio pavimento pelvico si muove ritmico al suono dei cembali che Federica, la grande, agita in aria facendo un gran casino. E' la normalità in questa casa.
Cento contrazioni saranno sufficienti per la giornata e mi accingo come un lombrico strisciante, fingendolo un gioco, ad andare verso la camera. Devo infilare la sonda per elettrostimolazione nella mia vagina, sopportando scosse elettriche senza sobbalzare. E' un apparecchio per l'incontinenza urinaria, aiuta a rinforzare alcuni muscoli se abbinata agli esercizi attivi. In altre parole, un diabolico aggeggio con tutti i pregi del meccano e i difetti di un puzzle della Gioconda.
Vittorio mi sale sulla groppa. Mi ha scambiato per un aereo. Ponzio pilota ha nove mesi di età e sa già quello che vuole, la mamma tutta per sè. Peccato che dal naso gli coli un rivolo appiccicoso che si stanzia sul mio maglione blu, infeltrito ok, ma pulito che diamine!.
Mio marito è ai fornelli. Tra un clangore di stoviglie e il secco cozzare delle ceramiche, fa concorrenza a federica. Sta preparando una succulenta zuppa di porri e patate il cui odore ha intriso perfino i muri. La sua ambizione materna mi ha contagiato come il virus dell'influenza. Lo amo.
Alberto, sette anni e una bronchite che non passa, sta facendo l'aereosol sul divano, controllato con un solo occhio dal papà.
Riporto Vittorio all'altro proprietario, il cuoco amorevole. Entusiasmante temporanea liberazione.
Programmo quindi l'astruso marchingegno (sicuramente progettato da un uomo) per quei fatidici venti minuti previsti per una seduta di elettrostimolazione vaginale, mi chiudo in bagno e mi stendo sul tappettino. Mamma sparisce per so-li ven-ti mi-nu-ti sillabo.
Minuto 4: entra Alberto, sette anni ieri. Mi sono dimenticata di chiudere a chiave e per lo spavento, mando in tilt lo stimolatore che sbatte violentemente contro il lavandino. "Mamma!" urla Alberto con gli occhietti che brillano come pagliuzze divertite, "papà ha detto che posso smettere con l'aereosol anche se non è ancora finito". "Ok", rispondo trafelata chiudendo la porta alle sue spalle. Riaggiusto tutto e riparto prima di deragliare psicologicamente.
Minuto 7: Vittorio, nove mesi, gattona fino al bagno piagnucolando finchè non mi vede. Dietro di lui, mio marito, dal passo rumoroso inconfondibile parla attraverso la serratura: "Erica quanto ti manca?".
Maledizione blatero. "Poco", rispondo con la pazienza al limite.
Minuto 12: Federica, nove anni, ha bisogno del bagno per la pupù. Apro la porta e lascio che si adagi nel wc rispondendo alle sue logiche domande. "Mamma...ma che ci fai stesa a terra con un filo che ti esce da....là?" mi chiede con una risata trillante che anche il papà dalla cucina, sente di sicuro.
Giustamente uno si chiede e adesso come glielo spiego ad una ragazzina di nove anni che questo apparecchio serve per "sistemare" una fantomatica incontinenza urinaria che loro (figli) mi hanno regalato partorendoli attraverso la vagina?
Glielo spiego. Punto. Piccata e solenne. Senza lambiccarmi il cervello. Non sia mai che magari domani, riesca in questo gioco..."d'azzardo".
Ore Ventuno. Mio marito dorme ronfante sulla sdraio floreale con Vittorio tra le braccia che muove i piedi scalzi sotto la coperta. Alberto e Federica sono in camera, a nanna da quasi mezz'ora, ed io, a pulire, lavare e a stirare, ordinare, spolverare, tagliare, preparare, rifare, stendere, risciacquare.................................................................................................................................
Non penserete che adesso potrei fare gli esercizi per il pavimento pelvico vero?
L'imbottitura floreale di una vecchia sdraio fa da cornice alla scenetta familiare che vi voglio raccontare.
Sono apparentemente immobile stesa a terra, su di essa. Il mio pavimento pelvico si muove ritmico al suono dei cembali che Federica, la grande, agita in aria facendo un gran casino. E' la normalità in questa casa.
Cento contrazioni saranno sufficienti per la giornata e mi accingo come un lombrico strisciante, fingendolo un gioco, ad andare verso la camera. Devo infilare la sonda per elettrostimolazione nella mia vagina, sopportando scosse elettriche senza sobbalzare. E' un apparecchio per l'incontinenza urinaria, aiuta a rinforzare alcuni muscoli se abbinata agli esercizi attivi. In altre parole, un diabolico aggeggio con tutti i pregi del meccano e i difetti di un puzzle della Gioconda.
Vittorio mi sale sulla groppa. Mi ha scambiato per un aereo. Ponzio pilota ha nove mesi di età e sa già quello che vuole, la mamma tutta per sè. Peccato che dal naso gli coli un rivolo appiccicoso che si stanzia sul mio maglione blu, infeltrito ok, ma pulito che diamine!.
Mio marito è ai fornelli. Tra un clangore di stoviglie e il secco cozzare delle ceramiche, fa concorrenza a federica. Sta preparando una succulenta zuppa di porri e patate il cui odore ha intriso perfino i muri. La sua ambizione materna mi ha contagiato come il virus dell'influenza. Lo amo.
Alberto, sette anni e una bronchite che non passa, sta facendo l'aereosol sul divano, controllato con un solo occhio dal papà.
Riporto Vittorio all'altro proprietario, il cuoco amorevole. Entusiasmante temporanea liberazione.
Programmo quindi l'astruso marchingegno (sicuramente progettato da un uomo) per quei fatidici venti minuti previsti per una seduta di elettrostimolazione vaginale, mi chiudo in bagno e mi stendo sul tappettino. Mamma sparisce per so-li ven-ti mi-nu-ti sillabo.
Minuto 4: entra Alberto, sette anni ieri. Mi sono dimenticata di chiudere a chiave e per lo spavento, mando in tilt lo stimolatore che sbatte violentemente contro il lavandino. "Mamma!" urla Alberto con gli occhietti che brillano come pagliuzze divertite, "papà ha detto che posso smettere con l'aereosol anche se non è ancora finito". "Ok", rispondo trafelata chiudendo la porta alle sue spalle. Riaggiusto tutto e riparto prima di deragliare psicologicamente.
Minuto 7: Vittorio, nove mesi, gattona fino al bagno piagnucolando finchè non mi vede. Dietro di lui, mio marito, dal passo rumoroso inconfondibile parla attraverso la serratura: "Erica quanto ti manca?".
Maledizione blatero. "Poco", rispondo con la pazienza al limite.
Minuto 12: Federica, nove anni, ha bisogno del bagno per la pupù. Apro la porta e lascio che si adagi nel wc rispondendo alle sue logiche domande. "Mamma...ma che ci fai stesa a terra con un filo che ti esce da....là?" mi chiede con una risata trillante che anche il papà dalla cucina, sente di sicuro.
Giustamente uno si chiede e adesso come glielo spiego ad una ragazzina di nove anni che questo apparecchio serve per "sistemare" una fantomatica incontinenza urinaria che loro (figli) mi hanno regalato partorendoli attraverso la vagina?
Glielo spiego. Punto. Piccata e solenne. Senza lambiccarmi il cervello. Non sia mai che magari domani, riesca in questo gioco..."d'azzardo".
Ore Ventuno. Mio marito dorme ronfante sulla sdraio floreale con Vittorio tra le braccia che muove i piedi scalzi sotto la coperta. Alberto e Federica sono in camera, a nanna da quasi mezz'ora, ed io, a pulire, lavare e a stirare, ordinare, spolverare, tagliare, preparare, rifare, stendere, risciacquare.................................................................................................................................
Non penserete che adesso potrei fare gli esercizi per il pavimento pelvico vero?