Un angelo biondo

Metti una chioma di riccioli miele dorato, due occhi verdissimi e un corpo da favola. Aggiungi una cicatrice zigzagante, un sacchetto temporaneo sull'addome e tante terapie. Si chemioterapie, radioterapie, terapie ormonali e altri veleni. Se può sembrare incredibile agli esseri umani immaginare che un angelo biondo possa entrare nel corpo di Daniela, beh, dopo averla conosciuta, ci devono credere. Lei lo è davvero.
Giunge nel mio ambulatorio con l'emozione che le leva quasi il fiato e lo sguardo duro, cupo.
Seduta di fronte a me scorre i palmi umidi sui jeans. Poi, solleva la folta massa di morbidi capelli truciolati, come quelli di una bambina. Si agita sul volto un foglio di carta. Fa caldo oggi.
Da mesi, dopo la ricanalizzazione, combatte  con tutti gli effetti di un intestino che non è più lo stesso. Non esce più di casa e non sorride più.
L'amica che la accompagna, una vera amica, esprime la sua preoccupazione parlandomi con occhi sbarrati e mi chiede aiuto parlando per lei. Daniela ha la gola serrata dal pianto; tutti i frammenti di preoccupazione stanno per venire a galla.
"Ad un certo punto il sorriso di Daniela è scomparso nell'aria pesante ed al suo posto è spuntata una smorfia perenne" mi racconta la sua amica. Mi avvicino alla mia nuova paziente. La mia mano si chiude sulla sua spalla. Voglio che senta il calore e la pesantezza. Volevo che non se la scrolli di torno, che capisca che voglio aiutarla, a stare un pochino meglio.
Qualche consiglio alimentare, la scheda dei farmaci prescritti per rallentare il transito intestinale e mai presi, gli esercizi di resistenza all'urgenza e quelli per il rinforzo del pavimento pelvico. E poi, energia, iniezione di vitalità e una dose abbondante di positività e fiducia in sè. Questo è quello che le posso dare.
Dalla finestra gli oleandri spettinati mi ricordano che presto fioriranno. E' la mia speranza far rifiorire Daniela. Lei mi fissa con sguardo indagatore e ci vuole tutta l'ora per farle ritrovare la positività. Quel volto solcato appena da una rughetta d'espressione, nasconde così tanta strada percorsa. Mi scopre l'addome e rimango sconcertata nel vedere quel fisico asciutto, con tutti i muscoli al loro posto, i glutei di una sedicenne, la carnagione ambrata, in una donna over quaranta bellissima oltre che nonna giovanissima. E che è quella cicatrice verticale se non il ricordo perenne della sua guarigione? Ma lei è davvero uscita dal tunnel del cancro e bisogna solo ricordarglielo.


Ci sono volute cinque sedute per farle ritrovare la gioia, la fiducia e la regolarità intestinale, solo che oltre a tutto questo Daniela ha riscoperto perfino il desiderio di viaggiare con le amiche. Ed ha promesso che mi manderà le foto !

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