Aiuto! Non provo più nulla

(Ringrazio la mia paziente per avermi consentito di scrivere la sua storia. A tutela della privacy, i nomi sono stati modificati.)

"Non provo più nessun piacere. Non la sento più mia, è molle e lassa, insensibile. Secca, rigida e fredda. Sono disperata".
Mi descrive così il suo problema intimo Katia. Una donna tutta d'un pezzo, agricoltrice ormai rara, di quelle con la pelle bruciata dal sole per le quali non ti fai troppe domande sul perché della sua carnagione quando ti descrive il lavoro che fa. Ammirevole punto.
Si presenta in ambulatorio trafelata, con la bambina in braccio da allattare, la camicia sbottonata fino all'ombelico e il risvolto dei pantaloni arrotolato al ginocchio. Ha appena finito di sistemare i polli e si scusa per la mise.
"Ho partorito da qualche mese e l' approccio  sessuale, da parte di mio marito, è stato alquanto precoce. Quaranta giorni sono bastati perché le ferite della lacerazione da parto cicatrizzassero e i punti si riassorbissero. Questa bambina pesava quasi quattro chili e mezzo. Il fatto è che la mia vagina non è più quella di prima e lui me lo fa notare.
So che Orgasmo deriva dal greco "orgao" che significa "ribollire d'amore" mi dice colta. "Se l'orgasmo allora, fosse l'espressione di un amore folle e inconsueto, ammaliante e passionale, avrei già la risposta in mano al mio quesito: cioè che io non provo nulla perché non amo più come prima.
Mi sono buttata negli articolati e arzigogolati forum delle neo mamme semi depresse e il mio sembra un problema comune. La lassita' legamentosa data dallo stiramento dei muscoli del pavimento pelvico al parto, ha ridotto la sensibilità della vagina e ci vuole tempo" mi spiega Katia, come se fosse lei la dottoressa. "Mesi, dicono, o forse anni. Qualcuna lamenta il problema da anni. Insomma, nessuna lamenta una storia amorosa burrascosa o finita come causa di anorgasmia post partum e nessuno parla di soluzioni", afferma spiccia.
La visito senza difficoltà. Katia si muove con la naturalezza di chi è abituato a stare ore chino sui campi a raccogliere pomodori, inginocchiato a sbucciare fagioli o a partorire bambini come se si sfornasse una pagnotta. Adele è la sua quinta bimba, nonostante la giovane età. Sarà anche l'ultima, ora che vorrebbe farsi "clampare" le tube. Lei lo sa che poi non diventerebbe più mamma. E anche suo marito, che la cerca in continuazione, giorno e notte, per fare sesso. No, non fanno l'amore, mi racconta Katia. Le loro sono azioni ripetitive e noiose sempre uguali, staticità nel movimento e freddezza in ogni gesto. Rapidità. Secondi che fluttuano velocissimi ma azioni che tormentano e violentano psicologicamente. Così Katia non si eccita, soffre, prova dolore e lui s'innervosisce. "Colpa dell'ultimo parto e della sua idea di voler chiudere le tube", diceva lui, con la testa beatamente vuota. Ma noi abbiamo capito bene che non era così.

Si trattava sicuramente di ipotonia muscolare e ci sono volute settimane di esercizi e di elettrostimolazione con sonda vaginale perché Katia riprendesse possesso della sua vagina, delle sensazioni, delle emozioni. Ma non era solo quello. Un grave problema veniva a galla: il rapporto con il marito, fatto di sottomissione e imposizioni. Costretta a concedersi sessualmente, lui non tollerava anticoncezionali.
Allora poteva essere mentre lei metteva in linea i filari di pomodori e di zucchine, che lui le si avvicinasse e le sollevasse la gonna. O che la toccasse dovunque mentre spennava le galline seduta sulla sedia impagliata. Lei non voleva e lui insisteva fino ad ottenere il suo corpo ora impudico e malizioso, ora schivo e dolorante. Poteva essere mentre allattava la bambina stesa su un fianco a letto o mentre, la sera, si dedicava quei dieci minuti, nella doccia. Non c'era luogo e non c'era tempo prediletto o predefinito.
Non so fino a che punto lei abbia resistito. Non l'ho più rivista, eppure qualcuno mi ha detto di averla vista sorridere felice, a raccogliere insalata e carciofi insieme alle sue cinque bimbe, mentre lui, il marito, con un gesto tracotante, portava nella carriola la sesta. L'hanno chiamata Gioia.



I disturbi dell'eccitazione o dell'orgasmo dovrebbero sempre essere valutati da uno psicologo sessuologo che eventualmente possa aiutare la donna a smascherare profonde insidie celate e mai confidate. O eventualmente consigliare alla paziente la frequentazione di un centro di riabilitazione Perineale, dopo visita medica specialistica ad esclusione di gravi patologie.

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