Dal diario di una terapista del perineo: pelvic training al supermercato
Non avresti mai pensato che anche al supermercato puoi allenare i muscoli del tuo pavimento pelvico vero? Eppure quei trenta minuti tra le corsie, spingendo il carrello e riempiendolo di cose, sono un ottimo training a costo zero. Il pavimento pelvico si rinforza e i prolassi non peggiorano.
Già quando scendo dall'auto mi ricordo di aprire bene la portiera, di girarmi sul sedile con entrambe le gambe verso l'uscita, come se avessi una corda che mi lega le ginocchia, e appoggio entrambi i piedi per sollevarmi eretta. Lo so che viene più facile far uscire la gamba sinistra ma se volete essere un pò "naif", provate così.
Prendo il carrello. Il profumo di pollo allo spiedo è trasportato dal vento fino al parcheggio. Inspiro profondamente gonfiando l'addome ed espiro introflettendolo. Mi sazio di questo odore.
Spingo il carrello appoggiando entrambe le mani al manico e penso alle mie spalle. Sono abbassate? Avvicino le scapole e allungo il collo, raddrizzando la schiena. A gomiti stretti sul busto e con le mani sul manico del carrello, è più facile. Cammino con l'addome introflesso. Appoggio la borsa nello scomparto dei bimbi. Entro nel supermercato salutando il direttore che si trova laggiù, e le cassiere, che ormai mi conoscono. Essere sorridenti è sempre positivo e ricordatevi che il buonumore è contagioso.
C'è la farina nell'ultimo ripiano e devo sollevarmi sulle punte dei piedi. Ottimo esercizio se utilizzo entrambe le braccia per prendere il pacchetto. Non devo inarcare la schiena nè spingere il sedere indietro. I glutei devono sempre contrarsi quando mi alzo sulle punte e anche se sono ferma, a leggere le etichette di qualche prodotto. Se avete capito cosa significa stringere i muscoli vaginali e anali, ricordatevi di farlo sempre, più che potete, ogni volta che contraete anche i glutei.
Nello slalom tra le corsie, approfitto della noncuranza dei clienti per fare delle "strizzatine di gluteo": hop, lascio, hop, lascio, hop, lascio.
La passata di pomodoro è in basso a destra. Devo chinarmi. Non mi piego a novanta gradi. Mi accuccio espirando, senza comprimere l'addome. Se posso, appoggio i glutei sui talloni. Non si deve spingere con l'addome come fa la tipa laggiù, quella con la coda di cavallo che ondeggia sulle spalle.
Di fronte al banco frigo, proteggo la mia "pancia" con una giacca o lego la maglia in vita, per tenerla al caldo. Lo sbalzo termico potrebbe scatenarmi una urgenza minzionale da dovermi far scappare a casa lasciando ogni cosa nel carrello.
Alle casse, divido la spesa in borse pari e dal peso egualmente distribuito. Sollevo le borse introflettendo l'addome e se lo sforzo è tanto, devo ricordami di espirare. Non devo soffiare l'aria dalla bocca. Essa esce impercettibilmente, dalle labbra socchiuse o dal naso, per evitare ogni spinta sui muscoli addominali.
Verso l'automobile, un soffio di vento freddo mi solletica. Scrollo le spalle, mi scappa la pipì. Metto in atto l'esercizio di resistenza all'urgenza: inspiro, espiro, introfletto l'addome, stringo i muscoli anali, attivo il pavimento pelvico. Passa lo stimolo. Sono salva.
Già quando scendo dall'auto mi ricordo di aprire bene la portiera, di girarmi sul sedile con entrambe le gambe verso l'uscita, come se avessi una corda che mi lega le ginocchia, e appoggio entrambi i piedi per sollevarmi eretta. Lo so che viene più facile far uscire la gamba sinistra ma se volete essere un pò "naif", provate così.
Prendo il carrello. Il profumo di pollo allo spiedo è trasportato dal vento fino al parcheggio. Inspiro profondamente gonfiando l'addome ed espiro introflettendolo. Mi sazio di questo odore.
Spingo il carrello appoggiando entrambe le mani al manico e penso alle mie spalle. Sono abbassate? Avvicino le scapole e allungo il collo, raddrizzando la schiena. A gomiti stretti sul busto e con le mani sul manico del carrello, è più facile. Cammino con l'addome introflesso. Appoggio la borsa nello scomparto dei bimbi. Entro nel supermercato salutando il direttore che si trova laggiù, e le cassiere, che ormai mi conoscono. Essere sorridenti è sempre positivo e ricordatevi che il buonumore è contagioso.
C'è la farina nell'ultimo ripiano e devo sollevarmi sulle punte dei piedi. Ottimo esercizio se utilizzo entrambe le braccia per prendere il pacchetto. Non devo inarcare la schiena nè spingere il sedere indietro. I glutei devono sempre contrarsi quando mi alzo sulle punte e anche se sono ferma, a leggere le etichette di qualche prodotto. Se avete capito cosa significa stringere i muscoli vaginali e anali, ricordatevi di farlo sempre, più che potete, ogni volta che contraete anche i glutei.
Nello slalom tra le corsie, approfitto della noncuranza dei clienti per fare delle "strizzatine di gluteo": hop, lascio, hop, lascio, hop, lascio.
La passata di pomodoro è in basso a destra. Devo chinarmi. Non mi piego a novanta gradi. Mi accuccio espirando, senza comprimere l'addome. Se posso, appoggio i glutei sui talloni. Non si deve spingere con l'addome come fa la tipa laggiù, quella con la coda di cavallo che ondeggia sulle spalle.
Di fronte al banco frigo, proteggo la mia "pancia" con una giacca o lego la maglia in vita, per tenerla al caldo. Lo sbalzo termico potrebbe scatenarmi una urgenza minzionale da dovermi far scappare a casa lasciando ogni cosa nel carrello.
Alle casse, divido la spesa in borse pari e dal peso egualmente distribuito. Sollevo le borse introflettendo l'addome e se lo sforzo è tanto, devo ricordami di espirare. Non devo soffiare l'aria dalla bocca. Essa esce impercettibilmente, dalle labbra socchiuse o dal naso, per evitare ogni spinta sui muscoli addominali.
Verso l'automobile, un soffio di vento freddo mi solletica. Scrollo le spalle, mi scappa la pipì. Metto in atto l'esercizio di resistenza all'urgenza: inspiro, espiro, introfletto l'addome, stringo i muscoli anali, attivo il pavimento pelvico. Passa lo stimolo. Sono salva.