A piedi nudi
Il contatto con la natura è stato da molti studiosi dimostrato essere curativo di molte patologie come l'ansia, la depressione, gli effetti collaterali della chemioterapia, i cali delle difese immunitarie.
E' per questo che ho pensato di proporlo a tutti i partecipanti alla nostra camminata contro il cancro, sul Sentiero degli Ezzelini, domenica scorsa. Ed è fantastico quello che è successo.
Uno dei tanti miei pazienti, se ne stava in disparte, attento. Si tolse la giacca, gettandola di lato, per terra, sull'erba verdissima. Non avrebbe mai immaginato quello che stavo per proporre eppure da subito era attirato da ogni mio gesto. Ogni volta che lo fissavo, vedevo l'ombra di un sorriso in un viso pieno di rughe di espressione. Era curvo sulle spalle. La chemioterapia dava i suoi segnali anche qua, lontano dal male. La stanchezza era diventata una cappa pesante sulle sue spalle. Un peso insopportabile.
All'improvviso chiesi a tutti e duecento i partecipanti di togliersi le scarpe e i calzini. Volevo che prendessero il contatto con il terreno, con l'erba umida, primaverile e fresca, sana, ancora tenera e non infestata dalla gramigna. Qua e là, margherite e tarasacco o soffioni pomposi avrebbero attutito i passi incerti creando piccole vibrazioni corporee.
Guardavo sempre lui, uno dei tanti miei pazienti presenti.
Si stava concentrando su quella vibrazione e lentamente il lieve contatto con il terreno copriva ogni preoccupazione. Monotono ma rilassante, il passo in lungo e in largo sul prato diventava complice di serenità assoluta. Stava bene. Si avvicinò a me discreto e rispettoso e mi disse grazie. Era la prima volta che camminava a piedi nudi in un prato.
Con le braccia allargate e nessun pensiero in testa ci si faceva baciare dai deboli raggi di sole. Qualcuno aveva una camminata rapida e brusca. Qualcun altro dilatava le narici come per respirare meglio. C'erano duecento persone con quattrocento piedi immersi nella vita, un filo di eccitazione e palmi protesi verso il cielo. Ci bastava così, per essere felici. Momentaneamente felici. Ma era il nostro obiettivo. Alleggerire il nostro mondo con una giornata diversa. E il nostro mondo sembrava cominciare e finire in quella camminata sul prato, sotto il sole ora oro e fuoco, ora viola e rosa, come il cielo che gli stava intorno, e ora grigio e blu, quando i colori si acquietavano e la giornata finìva.
E' per questo che ho pensato di proporlo a tutti i partecipanti alla nostra camminata contro il cancro, sul Sentiero degli Ezzelini, domenica scorsa. Ed è fantastico quello che è successo.
All'improvviso chiesi a tutti e duecento i partecipanti di togliersi le scarpe e i calzini. Volevo che prendessero il contatto con il terreno, con l'erba umida, primaverile e fresca, sana, ancora tenera e non infestata dalla gramigna. Qua e là, margherite e tarasacco o soffioni pomposi avrebbero attutito i passi incerti creando piccole vibrazioni corporee.
Guardavo sempre lui, uno dei tanti miei pazienti presenti.
Si stava concentrando su quella vibrazione e lentamente il lieve contatto con il terreno copriva ogni preoccupazione. Monotono ma rilassante, il passo in lungo e in largo sul prato diventava complice di serenità assoluta. Stava bene. Si avvicinò a me discreto e rispettoso e mi disse grazie. Era la prima volta che camminava a piedi nudi in un prato.
Con le braccia allargate e nessun pensiero in testa ci si faceva baciare dai deboli raggi di sole. Qualcuno aveva una camminata rapida e brusca. Qualcun altro dilatava le narici come per respirare meglio. C'erano duecento persone con quattrocento piedi immersi nella vita, un filo di eccitazione e palmi protesi verso il cielo. Ci bastava così, per essere felici. Momentaneamente felici. Ma era il nostro obiettivo. Alleggerire il nostro mondo con una giornata diversa. E il nostro mondo sembrava cominciare e finire in quella camminata sul prato, sotto il sole ora oro e fuoco, ora viola e rosa, come il cielo che gli stava intorno, e ora grigio e blu, quando i colori si acquietavano e la giornata finìva.