Voglio farti un regalo

Ringrazio Franca per avermi ispirato a raccontare questa storia. La sua. 

Entro nella tua stanza e non ti scomponi. Hai gli occhi chiusi e le labbra cucite. Sei in pensiero per la diagnosi e ancora non sappiamo nulla.
Siedi nel letto stringendoti le ginocchia con le mani e abbandonando il capo all'indietro, contro il muro.
Amore...Voglio farti un regalo.
Non mi volgi lo sguardo. Sei ancora nel fondo del tuo mare, disancorata e triste. Scardinata dalla finestra delle
certezze. L'intervento è stato tremendo e atroce. Ci ha demolito entrambi d'accordo, ma adesso dobbiamo ripartire, insieme.
Voglio farti un regalo.
Qualcosa di speciale, che ti lasci senza fiato. Qualcosa di unico, di raro, di bello.
Che ti faccia scendere una lacrima, di gioia. Che ti generi un brivido lungo la schiena. Che ti riscaldi gli occhi in quel letto d'ospedale, e il cui profumo ti giunga nei sogni per farti riposare.
Voglio farti un regalo, che riempia il tuo comodino vuoto di riviste ispiratrici e illumini la tua stanza, la sera, con la lucina che vedi dalla finestra. Che ti faccia dimenticare il dolore e assaporare il mio amore. Te lo sussurro piano, steso accanto a te, mentre ti stringo forte, affondando le mie labbra sul tuo collo. Voglio farti un regalo.
No, non ruberò una stella portandotela in mano, e non chiederò alla luna di cullarti nel cielo. Non chiederò al vento di liberarti da un sentiero accidentato e serpeggiante, quello che stai attraversando. Non ti regalerò la luce sul buio della tua città lontana, o la quiete sul suo trambusto. Niente di tutto questo.
Perchè ti rabbui amore mio ? Mi appare incerto e insicuro adesso il tuo volto . Non è il piglio scontroso che voglio vedere nei tuoi occhi. E' forse colpa della mia struggente poesia?
Rovesci la testa all'indietro ridendo. Finalmente ti riconosco.
Guarda fuori amore mio, vieni. Ti aiuto ad alzarti. Ti appoggio la vestaglia sulle spalle e ti cingo la vita piano. La notte è bella sotto al cielo, vero?. Basta abbandonarsi e liberarsi dall'angoscia perpetua della paura di morire. Tu vivrai sempre con me. Te lo prometto. Te lo giuro. Perchè la vedi quella lucina lassù? Quella sulla collina, che tanto hai ammirato quando dalla finestra del nostro fatiscente appartamento ti incantavi a guardarla. Se spegni la luce di questa stanza la vedi meglio, brillare. E' la luce della splendida casa piena di rose antiche e piante di peonie color cipria che sbocciano a maggio. E' la casa sulla collina, quella che sognavamo per i nostri bambini e le nostre domeniche di libertà. Accenni ad un "si" poco definito. Sembri non capire. Poi, quando intoniamo la nostra canzone, quella di Baglioni, "sulla strada di casa", che cantavamo a casa la sera, come una ninna nanna, ma bassa, smorzata, quasi se temessimo di disturbare i grilli, ti scende una lacrima e capisci finalmente. Amore mio, è quello il mio regalo per te. La vedi ? E' la casa sulla collina.
Incredula mi contagi della tua felicità, soffocandomi con il tuo abbraccio e dimenticando per un attimo la tua malattia e ciò che è stato. Ora dobbiamo pensare al domani, alle rose, alle peonie, ai bambini che faremo. Sbrigati a guarire amore mio ! I miei occhi si appannano di lacrime. E ci stringiamo in una stretta senza fine.

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