Il gruppo Stomizzati visto dalla psicologa
Molte volte mi sono chiesta … ma perché le persone Stomizzate dovrebbero partecipare al gruppo? Che cosa si aspettano? Vedono il gruppo come persone che aiutano a risolvere i piccoli-grandi problemi tecnici nella gestione della quotidianità? Vorrebbero trovare degli amici?
Tra le persone che vengono, c’è chi ha già fatto buona parte del percorso terapeutico e vede la luce, la speranza di tornare ad essere autore della propria vita; ma c’è anche chi è appena stato dimesso dall’ospedale ed è confuso e smarrito, si sente vittima del destino e della fragilità umana. Ma c'è anche chi, pur avendo di fatto già superato la parte più difficile del percorso, si sente comunque prigioniero del proprio passato.
Ed io come professionista, in quanto psicologa cosa posso fare? Certo, posso dare consigli o fare in modo che alcune persone diano consigli ad altre. Ma in realtà, credo che la cosa più importante sia essere la' gli uni con gli altri, e non gli uni per gli altri.
Di volta in volta si costruisce l’incontro, nulla è prestabilito. Non vi è un relatore e una platea che ascolta, ma tutti sono protagonisti.
Mi immagino tutti sopra ad un grande materasso, di quelli che si vedono nelle palestre. Non è proprio facile camminarci in un materasso del genere, perchè si può scivolare e cadere. Ma qualsiasi cosa succeda nessuno si farà del male, perché il materasso attutisce i colpi, e, accanto a ciascuno, ci sarà qualcun altro che tenderà la mano e aiuterà a rialzarsi.
Qualcuno potrebbe esprimere che quando ormai è superata la parte più critica del percorso, quando i cicli di chemioterapia e radioterapia sono finiti e si intuisce che la situazione sta evolvendo per il meglio, è facile che tutto vada bene. È facile parlare.
Ma quando il cancro ti bussa alla porta e devi iniziare un percorso di lotta e sofferenza, invece, dopo l’intervento, è davvero dura. È difficile parlare, perché paradossalmente la mente lascia molto spazio ai pensieri, alle paure, alle insicurezze. Il cancro zittisce e cela le parole in fondo, in un angolo nel cuore.
La sensazione potrebbe essere quella di trovarsi in balìa del mare. Le onde possono farci sbattere contro la scogliera e farci male, possono portarci al largo e far emergere un sentimento di solitudine, oppure possono cullarci e farci sentire rassicurati. Ecco, durante il gruppo, provate a chiudere gli occhi e a pensare alle persone che vi stanno attorno. Sono uguali a voi. Vi capiscono. Soffrono come voi o hanno superato come supererete voi. Riuscite a vedere ma soprattutto a sentire la loro presenza? Sono loro le vostre ancore, sono loro che vi faranno stare nella loro barca, che vi offriranno il meglio di loro stesse. In questo periodo ci sarà chi si avvicinerà e chi si allontanerà, ma sarà per voi motivo di rivedere la vostra vita, le vostre esperienze, con occhi diversi.
Nel gruppo di auto mutuo aiuto c’è l’occasione per prendere consapevolezza delle proprie sensazioni, per esprimerle senza timore. Ci sarà sempre qualcuno che le coglierà e vi aiuterà a superarle. Se vi sentite a disagio, ditelo: è un arricchimento per il gruppo. Il gruppo si evolve, cambia con le persone e grazie alle persone che vi partecipano. Grazie a voi.
Dott.ssa Caterina Bertelli
Psicologa del gruppo Stomizzati Ulss 2 Marca Trevigiana (Ex Ulss 8) in foto sotto
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