Al 2016: tutto ciò che ti chiedo, è di non essere l'ultimo

Grazie Angelo, per averci insegnato che i sogni non devono avere limiti.

Beh... io tanti soldi li vorrei. Una montagna di soldi. Un sacco di soldi.

Qualcuno penserà di contraddirmi, non fanno la felicità, ma per chi non arriva a fine mese con lo stipendio, si che la fanno.
Vorrei anche una grande casa, anzi grandissima, con  giardino verdissimo, pienissimo di fiori, e... un giardiniere bravissimo, che mi aiuti una volta al mese. O anche due tre.
No. Vorrei un intero immenso palazzo di otto nobili piani, da affittare a inquilini rispettosi che mi consentano di vivere in alto, in cima a tutti, nell'attico maestoso,  dove nel mio spettacolare giardino pensile il glicine colora di viola tutta la parete, in primavera. Come gli Iris in un prato olandese.
Mi piacerebbe anche dirigere l'azienda in cui lavoro come operaio. Oh si. Il mio capo dice che sono in gamba e potrei fare carriera quando starò meglio. Certo, vorrei arrivare primo senza calpestare alcun piede, ne' sgomitare contro braccia inquiete. Solo con la fatica ed il sudore. Ma primo.
Se vincessi il concorso a punti, quello della tessera del supermercato, potrei portare mia moglie in giro per il mondo per ottanta giorni. Non avrei più così la percezione che la vita è terribilmente difficile. Il mondo insegna, e conoscerlo ti facilita la vita. E non pensatemi in mongolfiera, ma con un aereo privato, il mio.
Vorrei poter acquistare un quadro di Monet, "Lo stagno delle Ninfee", tanto per dirne uno. Quaranta milioni di euro per intense pennellate pastellate, che trascinano emozioni perdute, come le mie. Lo appenderei in camera, ma non dietro al letto. Un quadro così lo vorrei guardare mentre mi addormento, tenendo la mano calda della mia donna e sognando con lei.
Una Maserati potrebbe bastarmi. La vorrei color carta da zucchero, full optional. Se il mio amore la preferisse cabriolet, la accontenterei subito. Lei è una donna di classe, bellissima, ci starebbe benissimo alla guida.
Infine, nella lista dei miei sogni, vorrei che il mio pensiero fisso se ne andasse via con l'anno trascorso. La morte. Eh già. Perchè a me di mesi da vivere ne hanno dati davvero pochi. Non mi basteranno affatto per sognare ancora un po'. Nè per chiedere pietà. La morte non ne ha.
Eppure..2016, timido ed esitante sei comparso. Non ci credevo sai. Lo vedi che la malattia mi sta lasciando tregua ?.
Sembri un anno buono ed io credo di essere degno di viverti fino in fondo. D'altronde, cosa sono trecentosessantacinque giorni ? La tua intera esistenza si stende di fronte a me e vorrei che il mio pensiero fisso restasse là, nello sfondo, come le nuvole nello stagno di Monet.
2016...Il contatto con te è quindi sorprendente e inatteso. Ogni minuto sarà pieno fino all'orlo e mentre tu mi osserverai con sguardo indagatore, aspettando che mi consumi, sappi che io continuerò a sognare e a desiderare. Come una bicicletta consunta sarò lì, appoggiato al muro. Scolorito e senza freni, come i sogni.
Perciò fammi un favore, lascia che io ti viva fino alla fine e se vorrai lasciar entrare un raggio di sole, permetti che mi possa riscaldare. Un'anima calda, può volare nel limbo, tra i colori pastellati degli iris e del glicine, e addormentarsi con l'amore, che mai mi ha abbandonato un secondo. Questa è la vera ricchezza. Peccato che gli esseri umani lo capiscano solo in punto di morte.


di Fanni Guidolin
su www.pelvicstom.blogspot.it


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