Toglietemi tutto, ma non i miei libri
" D' accordo. Ho accettato la chemioterapia, le testa pelata, la pelle scrostata, la tosse continua, la dieta imperante . Ho accettato le notti insonni, le lacrime sparse, le vostre bocche cucite, gli esami sballati, la testa pesante, e bugie. Perchè la verità l'ho scoperta da sola, grazie ai miei libri.
Mi avvolge il profumo delle pagine nuove, patinate, di un libro acquistato poche settimane fa e non ancora iniziato. Lo tengo sul comodino solo per infilarci il naso dentro ogni tanto e desiderare di divorarlo in poche ore. Poi mi addormento rilassata, magari con la copertina sgualcita tra le lenzuola, secondo un preciso rituale. La lettura serale è ormai un appuntamento prefissato. E nell'ora più silenziosa della notte, penso a quello che sono e a quello che voglio diventare.
Me li mangio i libri, ingorda di sapere, curiosa di vita. La lettura mi catapulta in un mondo parallelo dove la conoscenza sembra una medicina per la mia malattia e allegerisce il mio animo triste.
Li consiglio a tutti, li regalo, li presto. Li acquisto a prezzo pieno o approffitto delle offerte, ne prendo anche di usati. Amo i romanzi ma non disdico i racconti di avventura e nemmeno i gialli. Qualche manuale di psicologia fa capolino nella grande libreria dietro al divano. Non è mai impolverato. Tutti sono necessari e indispensabili. Li amo, li ammiro, li ordino e, a volte, li rileggo.
La lettura mi dà vita. E quando mi trovo nella grigia foschia del dubbio, spolvero le idee, animate da un balletto senza soste nella mia testa; cerco le soluzioni, tento di uscire dal labirinto senza schiacciare un tasto a caso, ma secondo mosse ragionate. Io voglio fare scacco matto."
Mentre il tramonto accende echi nostalgici, con la bandana in testa, la testa dritta, il viso fiero, Maya si addentra tra le bancarelle della fiera del libro. Si trascina con il fiatone, la macchinetta dell'ossigeno in spalla, una cannetta sul naso. Ha le idee tutt'altro che confuse e intorcinate. Maya ha le idee chiare. Eccola, si ferma davanti una pila interminabile di vecchi libri ingialliti mordendosi perplessa un lato interno della bocca. Ogni tanto deve umettarsi le labbra perennemente secche, con la lingua. Osserva una fitta conversazione tra i due venditori adiacenti alla pila di libri. Chiude gli occhi e viaggia dentro a quelle pagine impaccate. Le vuole sbriciolare, farle sue e imparare. Maya vuole imparare a guarire.
Perchè leggere un libro è come bere un'essenza delicata. E quando un'essenza è davvero pregevole, il gusto non si esaurisce mai semplicemente nel berla.