Ti amo

Stretto nelle spalle del morbido cardigan in lana, ti accomodi nell'unico angolino libero del divano. Tutto lo spazio è occupato dai nostri amori. Buk, Zimbi e Lola, i nostri cani, i nostri bambini.
Mi fissi con occhi espressivi, più neri del solito, profondi, gonfi di un pianto che è durato tutta la notte. Abbiamo dormito abbracciati come se fossimo indivisibili, come non l'abbiamo mai fatto, come il cielo quando abbraccia le stelle dopo un uragano. Così è stata ieri la notizia della mia malattia. Un uragano furioso e prorompente. Il cancro. Lui.  
Ti lascio alzare in piedi ed aprire la finestra sull'alba. Il sole mostra in questo istante le lunghe iridescenti onde mentre la tenue corolla rosa dell'alba si affievolisce. Anche i rami, fuori, appaiono meno minacciosi. Ti muovi con un portamento fiero e nobile mentre ti avvicini a me con la mano in tasca. Estrai il tuo fazzoletto di cotone. Asciughi la mia fronte, imperniata di sudore. Mi baci piano, un bacio lieve, soffice come il cotone. Le tue labbra sanno di menta fresca. La tua pelle profuma di buono.  La luce filtrata dai vetri colora di ambra il tuo volto, mentre ti scendono ancora incessanti lacrime di dolore. È come la pioggia, che bagna la tua pelle e ti penetra fino a lavare via quel sorriso colpevole. Anche l'altalena emotiva che fino a ieri ti caratterizzava sembra fermarsi a metà.  Lo sai di non essere stato un buon marito. Lo sai che un sorriso malcelato in un viso contratto non si può dimenticare. Lo sai che non dimentico quei messaggi, lei, il tuo mondo. Ci sarebbe da chiedersi se l'incoerenza in una coppia stia piuttosto nel voler rimanere sempre uguali, come volevi tu, quando cercavi il diverso altrove. 
Ma, amore mio,  la ricordo bene la notte trascorsa. Ricordo bene la potenza, la furia, la forza, l'ardore e l'energia del tuo amore, traspirante da ogni poro, desideroso di regalarsi. Ricordo le tue carezze vellutate, le mani grandi aperte su di me.
Ora però, il tuo silenzio è incredibilmente eloquente, mi spaventa. Sei immobile e piangente perché ti senti in colpa ? O sei silenzioso e triste perché provi pena per me? 
Amore, vorrei strapparti quell'abito stretto che hai cucito addosso. Per farti liberare le emozioni ancora una volta, come stanotte, per il resto del tempo che mi rimane da vivere con te, che sarà davvero poco. Parla amore mio, parla ti prego. La mia anima trema davanti al vuoto, al tuo granitico autocontrollo, al tuo sguardo severo. 
Ecco finalmente.  Decidi di parlare .
La voce fioca e affannosa gronda tristezza. Indietreggio disorientata. Ho paura del tuo abbandono ancor più della morte. No, non tenermi quella maschera, ti prego amore mio.
Nascondo la faccia tra le mani, lo sguardo vago, perso nel vuoto mentre la tua espressione indecifrabile attira le mie pupille voraci, dritte sui tuoi occhi. 
Sono pronta. Vedo la tua figura più grande di quella che è, come se venissi ripreso dal basso.
Sento il cuore pesante come una sbarra di acciaio, i muscoli contratti, l'addome gonfio. La testa pesa come un macigno e le idee ballano senza tregua, tra i cattivi pensieri. 
Ti avvicini, mi prendi il mento con le dita sollevandolo piano verso il tuo volto. Con il pollice accarezzi la mia guancia mentre infili l'altra mano tra il mio collo e i capelli, facendoli scivolare tra le dita. Sarebbe tutto così romantico, sarebbe tutto così facile con due parole sussurrate adesso.
Ed è proprio così che accade.
"Ti amo Laura". 
Ti amo mi sussurri piano, mentre un'altra lacrima non sa  trattenersi.
"Ti amo donna della mia vita". 
Era il regalo più bello che mi potessi fare prima di morire. 


Laura combatte tutt'oggi contro il cancro. 
Lo definisce così il suo amore: travolgente, impetuoso, profondo, ricco, magico, unico. 

Post più popolari