BALLERINA CLASSICA ? SI, MA EX PERO'

Ringrazio E.F. , collega riabilitatrice del pavimento pelvico, per avermi consentito di scrivere la sua rocambolesca simpatica avventura.

Mi si presenta un pomeriggio, una paziente, nonchè collega stomaterapista riabilitatrice del pavimento pelvico. Il caso vuole che siamo state compagne di danza classica, lustri fa. Lei si è diplomata alla Royal Ballet di Londra, io ho dato solo qualche esame nella stessa scuola.
Mi racconta, che il titolare della palestra che frequenta, è venuto a sapere che è una ex ballerina classica, una ballerina sulle punte, in tutù e chignon, ex però. Sono vent'anni che non indossiamo un paio di scarpette e non usiamo forcine o tutine. Della ballerina classica abbiamo forse mantenuto solamente i piedi a papera, ma non sempre, anche perché il bilanciamento con il tacco dodici prevede la punta rigorosamente dritta, la schiena a spillo ed il fisico sottilissimo. Tuttavia, della ballerina classica abbiamo conservato la filosofia, lo spirito competitivo e di sacrificio, la passione per le cose, lo stile di vita insomma. Forse anche una certa sf..ortuna da "star" dell’ultima fila, ma non ne siamo tanto sicure.
La proposta della palestra è quella di tenere alcuni corsi serali per anziani, di ginnastica dolce, armoniosa, con sfondi musicali classici come quelli dei violini di Mozart o del pianoforte di Tchaikovsky. Chiede la mia collaborazione ma la guardo basita e impalata e le pianto un sonoro NO. "Al massimo vengo a vederti", le dico.
Andiamo a casa sua.
I corsi si terranno a partire da questa sera e mi racconta di essere alle prese con la scelta della tenuta ginnica da palestra che non prevede di certo i tacchi a spillo. Accendo lo stereo mentre decide cosa indossare. La musica commerciale mi sembra davvero più interessante e divertente di Mozart.
La tuta in ciniglia grigio topo vince sul guardaroba monotono. Un’ottima scelta mi pare. Poi, guardandosi bene di profilo, e ancora meglio da dietro, con un torcicollo che la mette a dura prova, si accorge che la cucitura sul fondoschiena è lacerata e si intravedono glutei e slip. Scartiamo l’idea e decidiamo per un paio di leggins neri e una t-shirt bianca. Il problema sono gli etti di troppo nel comparto anteriore, detto anche balcone toracico. Anche se mettesse un maglione a collo alto non riuscirebbe a mascherare l’abbondanza. Ogni saltello allenterebbe i gancetti del suo reggiseno con la speranza di non sudare. Si vedrebbero due mezzelune sotto al petto che attirerebbero ancor più l’attenzione.
Per non guadagnare l’antipatia nè l'invidia del pubblico femminile, e dato che la media della loro età è 69, le consiglio di scartare anche il look sexy da personal trainer improvvisata e le propongo di indossare un maxi pantalone felpato blu elettrico ed una felpa extra large arancione, con cappuccio e scritte, effetto bambina cattiva. Copertura totale e nessuna tentazione (per i maschi intendo).
La felpa arancione è abbastanza grande e larga per farla sembrare di tre taglie in più. Evita agli occhi di appoggiarvisi e non limita i movimenti.
Arriviamo in palestra in perfetto orario secondo l’avviso preannunciato dal suo cellulare. Il problema è che l’orario non era alle 20 come aveva scritto, ma alle 20.30. Aveva detto al suo cellulare di mandarle un messaggio vocale un’ora prima dell’appuntamento. Lui è stato preciso, lei la solita sbadata. Così, e’ la prima volta in vita mia che arrivo in anticipo ad un appuntamento.
Approfitto per aiutarla a preparare la musica. "Che noia Tchaikovsky. Meglio il rap di Emis Killa. Con “Scordami chi ero”, dovrebbe far raccapezzare i vecchietti ad effetto tronco.
"Me li immagino contorti ed "ingobbati", rigidi, lenti, scoordinati. Dovrò avere una pazienza infinita", dice sbuffando.
Si muove ondeggiando sulle anche, sulle note rap, mentre attira gli sguardi del personal trainer e di alcuni palestrati alle prese con i pesi. "Eccola “Shut it down” di Pitbull per il riscaldamento. Questa va bene", esulta. "Speriamo non facciano un infarto durante la lezione!" le dico preoccupata io. Il titolare di là dal vetro, tiene il suo indice sulla tempia, come una pistola puntata, forse vuole dirmi che la mia amica è proprio matta?.
"Sei matta cambia musica !. Anche il titolare è indispettito!"
"E chi se ne frega", ribatte la mia amica. Insiste e non cede, "questa musica andrà benissimo". Alza il volume al massimo su “Wild child” di Elen Levon e si sente già adrenalinica.
Io intanto mi siedo su una panca poco distante.

Eccoli arrivare: due amiche sulla ottantina in tuta aderente verde e l’altra in blu in evidente soprappeso, che la mia collega accoglie con un super sorriso; dietro di loro, tre uomini stempiati e uno calvo basso e magrissimo entrano timidamente a si posizionano dalla parte opposta delle signore; una vamp sessantenne indossa una tuta bianca, aderente sul sedere tondo, evidenziato dalla cucitura completamente inghiottita dai glutei; ne conto altri quattro e due arrivano per ultimi. La musica li fa già fibrillare. Lo vedo da come si guardano sorridenti. Un giovane uomo con i capelli ispidi come stuzzicadenti su una patata, si posiziona in prima fila, accanto ad una forse settantenne in pigiama.
La mia collega si presenta e sembrano apprezzare gli esercizi di riscaldamento,sulle note rap, poi, decide di mostrare un esercizio stesa a terra. Un esercizio per il PAVIMENTO PELVICO.
Si posiziona in posizione supina, sul tappettino di spugna. Solleva le gambe come per imitare una candela, aiutandosi con le mani sui glutei, per poi adagiarle dietro la testa, tese.
Crac!
Non potete immaginare i successivi due minuti.
Un dolore lancinante la colpisce dalla vertebra sacrale alle cervicali, come una scossa elettrica, non riesce a muoversi. "Fanni !!!!!!", mi urla disperata.
Assicurandosi una faccia da peperonata mista, cerca di mascherare il dolore e le smorfie. Noi quarantenni ballerine in difficoltà con un banalissimo esercizio della candela?. Non è possibile. Avverte una sudorazione profusa incontrollabile. Gli anziani la guardano in attesa della mossa successiva, non comprendendo che forse non ci sarà nessun altro esercizio. Teoricamente dovrebbe ritornare con le gambe a terra. Rimane gambe all’aria. Impettita. Con la faccia schiacciata dalle ginocchia e il collo strizzato tra il petto abbondante ed il mento, invita un anziano scaltro, ad alzare al massimo il volume dello stereo, mentendo il disagio e il dolore. I nonnetti sembrano impazziti all’ascolto del Toca Toca dei Fly Project e hanno dimenticato che lei è ancora piegata come un panino. Cerca insomma di spostare l’attenzione sulla musica per tornare in piedi senza farsi notare nel panico in cui si trova.
Li invita poi, con la voce a rasoio, strozzata dal mento sul petto, a stendersi tutti insieme e a tentare (da pazza) lo stesso esercizio, mentre io spero che le venga un’idea per raddrizzarsi. 118? Carabinieri? Vigili del fuoco?.
"Caspita anche il colpo della strega! Maledetta quella volta che non mi sono iscritta ad un corso di acqua gym per sciogliere e tonificare tutti i muscoli", dice incazzata.
Con la coda dell’occhio osservo i suoi anziani: altro che tronchi irrigiditi, sono bravissimi. C’è addirittura chi ripete l’esercizio più volte. La signora in bianco sembra una molla in un corpo di gomma. Il signore magro e basso riesce a toccare il pavimento dietro alla testa, con la punta dei piedi, e i tre anziani stempiati sono dritti come una candela, immobili, in perfetto equilibrio sulle vertebre dorsali. Fantastici. Quello giovane con gli stuzzicadenti in testa rimane eretto più di tutti.
Ma la mia amica è ancora bloccata e quasi le manca l’aria.
“Signorina, abbiamo capito l’esercizio! Che ci fa ancora piegata?”.
“Ehm… qualcuno mi aiuta per favore?”, non avrebbe mai voluto chiederlo.
Io e la signora con la tuta in ciniglia prendiamo i suoi piedi ma la schiena non si stende.
“Ahhh!!! Che dolore, noooo!”
Tra il pianto ed il riso le scende una lacrima di disperazione.
“Signorina sta bene?”
Tesoro non piangere, e che diamine!. Le dico.
Qualcuno chiama il personal trainer, qualcun altro il titolare della palestra, alcune anziane attratte dai palestrati, invocano aiuto. In meno di un minuto si trova circondata da maschioni bay watch dai muscoli bestiali.
Si fa aiutare. Qualcuno sa come sciogliere le sue vertebre. La girano di lato a tempo di musica e quasi scoppiano a ridere. Che imbarazzo. Si scusa a testa bassa e ringrazia con le mani incrociate sul petto, come una martire, mentre io cerco il cd di Mozart e faccio partire la musica classica.
"Bene signori e signore. Ricominciamo!". Dolcemente però. I vecchietti la guardano basiti. Dall’alto della sua consolle il titolare fa cenno di no con la testa, rassegnato.  Stupida testardaggine. Al diavolo anche il rap!. "Te l'avevo detto che eravamo EX-ballerine !!!"






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